In cinque minuti di monitoraggio personale ed empirico del flusso di traffico della Brebemi, condotto poco prima dello svincolo di Castrezzato, pochi chilometri prima del casello d’ingresso nell’autostrada, ho contato un numero di veicoli limitato a 320 o poco più, a partire dalle 18.18 del 5 agosto. Esagerando, e senza tenere nemmeno conto che di notte e di sera i viaggiatori diminuiscono, si può arrivare a 30mila veicoli al giorno, poco più di 20mila, più realisticamente. Non molto lontano quindi dal dato ufficioso reso noto da Dario Balotta di Legamebiente Lombardia (sui 20mila accessi al giorno).
Coinvolgente l’arrivo della polizia che prima dell’ingresso in autostrada mi intima di non pubblicare alcun filmato, che comunque esiste. Strano che non si possa monitorare e dimostrare l’intensità di traffico di un’autostrada come la Brebemi o A35 che per sopravvivere chiede allo Stato ben 480 milioni di defiscalizzazione perché è stata dichiarata dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) “di preminente interesse nazionale”.
Un interesse nazionale che comunque vede correre a fianco un’altra autostrada, l’A4, che tra Brescia e Bergamo arriva a offrire quattro corsie. Due autostrade in concorrenza, parellele tra loro, non me le immaginavo prima che si parlasse di Brebemi. Non è un diritto costituzionale il trasporto pubblico e nemmeno lo sono le rendite di posizione delle autostrade. Brebemi comunque batte cassa allo Stato, come se gli aiuti diretti alle imprese non fossero vietati, come Marchionne sa bene.
Tra un veicolo e l’altro, sono passati anche 30 secondi, nel tratto che porta al primo casello della nuova autostrada, che è stata fatta per 80mila veicoli al giorno. Ben più numerose sono state le automobili che i camion.
A questo punto meglio riqualificare le strade provinciali, come la Paullese, e le altre strade bresciane non a pagamento e di “pubblica utilità”, anche se veramente utile e pubblico dovrebbe essere il treno. Invece Trenord è una società privata di proprietà della Regione Lombardia e gode di un ingiustificato monopolio.
La Brebemi è un problema, non uno slancio verso il progresso. Lo dicono i costi. Da 800 milioni a 2,4 miliardi. E per i Tir italiani non c’è un miglioramento della logistica, ma un aumento del ticket autostradale, come nel caso della Brebemi. Il prezzo dei carburanti punisce chi ha d meno.
Disgraziatamente su ogni questione lo scontro pare biecamente politico. Seguendo il cattivo esempio dei grandi partiti si fa il tifo su tutto. Le opinioni vanno rispettate. Quei 480 milioni di euro di defiscalizzazione, non compatibili con le norme europee, sono proprio necessari per un project financing privatissimo come doveva essere la Brebemi?