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Breve storia degli studi anatomici

Creato il 30 dicembre 2015 da Artesplorando @artesplorando

Breve storia degli studi anatomici

Adamo ed Eva, Jan Van Eyck, parte del polittico di Saint-Bavon a Gand, 1432

Quando ci si appresta a diventare artisti e si frequenta una scuola che utilizza un approccio tradizionale d'insegnamento, è assolutamente d'obbligo conoscere l'anatomia.
L'anatomia artistica è lo studio delle forme del corpo umano in riposo e in movimento, condotto in relazione all'analisi sistematica della struttura ossea e dei muscoli.
Ha conosciuto nel corso della storia dell'arte fortune alterne e diversi modi di studio. Di seguito un breve riassunto che ne ripercorre le tappe fondamentali.

L’antichità 

A partire dal VII secolo a. C., l’interesse degli artisti greci per l'anatomia appare con maggiore evidenza nel campo della scultura; lentamente, si acquista la padronanza della rappresentazione delle forme del corpo umano. Lo studio dei vasi dipinti ci consente d'osservare l'importanza dell'anatomia nel campo delle arti bidimensionali. Nell'VIII secolo la figura umana viene ancora rappresentata sotto l'aspetto di profili schematici, ma poi, a Corinto e nell'Attica, le proporzioni dei corpi divengono verosimili, i volumi muscolari sono indicati con esattezza, i dettagli anatomici (polpacci, caviglie, ginocchia, muscoli pettorali e addominali) vengono precisati con tratti incisi nella vernice nera.

Breve storia degli studi anatomici

Exechia, Aiace e Achille

Nel VI secolo l'eleganza decorativa si unisce al rigore dell'osservazione delle forme viventi e alla descrizione dei movimenti più complessi. Le opere di Exechia segnano, in questo stile detto delle "figure nere", il momento di massima tensione e raffinatezza. Il passaggio allo stile delle "figure rosse" consentirà ai pittori di indicare i dettagli interni dei corpi nudi con pennellate e non più mediante linee incise; la maggior libertà che ne deriva consentì loro di raffigurare i muscoli con finezza e precisione.
Le pitture di Eutimide, di Olto e soprattutto di Eufronio confermano uno spiccato interesse per l’anatomia. Nel corso del V secolo quest'attenzione analitica comporta, spesso, una certa secchezza; la fattura è più rapida e libera. Roma adotterà i modelli greci senza sostanziali innovazioni.
Le origini dell’anatomia antica, concepita come scienza, sono difficili da precisare. È probabile che Ippocrate abbia sezionato cadaveri; ma, all'epoca di Aristotele, le conoscenze teoriche di anatomia sono ancora decisamente limitate. Le prime dissezioni, e il progresso della medicina, sono legate alle ricerche della scuola di Alessandria.
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Il medioevo 

Dopo il II secolo d. C., l’anatomia verrà abbandonata per oltre dodici secoli. La dissezione dei cadaveri fu vietata dalla Chiesa per molto tempo, e le rare rappresentazioni del nudo nella pittura e nel mosaico bizantino mostrano le forme muscolari ricondotte a un semplice gioco grafico ornamentale, indipendente dalla realtà anatomica. Nel XIII secolo si delinea una situazione nuova: un’ordinanza dell’imperatore Federico II e un permesso di papa Bonifacio VIII autorizzano le dissezioni.
I medici bolognesi del XIV secolo le praticano in presenza dei loro allievi. Contemporaneamente a partire dal XIII secolo, la scultura e la pittura rappresentano la figura umana in modo sempre meno schematico e rivelano un rinnovato interesse per la volumetria dei corpi.

Il Rinascimento 

La medicina del Quattrocento, dopo la presa di Costantinopoli (1453) e l’invenzione della stampa
(1440), si libera gradatamente dagli influssi dei trattati arabi e della scolastica medievale, fino ad allora dominanti; vengono riletti i trattati antichi, si diffonde nelle scuole la pratica della dissezione. I pittori fiamminghi dipingono i primi nudi "realistici"; nelle scuole nordiche sembra che il ruolo essenziale sia svolto dall'osservazione diretta del modello.
Gli Adamo ed Eva di Van Eyck o di Van der Goes mostrano una nuova cura per i volumi saldamente definiti e delicatamente modellati.
Per gli Italiani, l'anatomia è in primo luogo un problema teorico. I pittori del Quattrocento direttamente implicati in studi anatomici praticano la dissezione e a volte collaborano con i medici;
studiano con passione i modelli antichi. Centro delle ricerche è Firenze e le ricerche più significative sono quelle di Masaccio (Adamo ed Eva: chiesa del Carmine), Andrea del Castagno, Pollaiolo, Verrocchio, Signorelli; la definizione chiara dei volumi nello spazio va di pari passo con lo studio
dei corpi in movimento. Gli affreschi di Signorelli nel duomo di Orvieto restano l'esempio più spettacolare di queste ricerche.

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Luca Signorelli, dannati all'Inferno, Duomo di Orvieto, 1499-1502

Le ricerche anatomiche di Leonardo da Vinci, registrate in numerosi disegni, attestano la curiosità paziente dello scienziato attento a scoprire i meccanismi corporei, tuttavia i suoi studi ebbero scarse conseguenze. I pittori del Rinascimento preferiscono definire precisi sistemi di misura e di relazioni
numeriche tra le varie parti del corpo perché il concetto stesso di bellezza era legato all'idea di proporzione. La formazione degli artisti si attua, ancor più che sulla dissezione dei cadaveri, attraverso lo studio delle statue antiche.
I testi di medicina nei quali il corpo umano è rappresentato per la prima volta aperto, per mostrarne gli organi, sono il Fasciculus medicinae (Venezia 1491) attribuito a J. Ketham, illustrato con incisioni in legno, e il Fasciculo di medicina, comprendente l'Anathomia di Mondino de Liucci (1493). In seguito i trattati teorici illustrati si moltiplicano: Liber conciliator di Pietro d’Abano (1496), dove per la prima volta si trovano raffigurazioni di personaggi in parte scorticati; Isogogae breves... in anatomiam humani corporis (1521) di G. Berengario da Carpi; Tabulae anatomicae (Venezia 1538), le cui ricche illustrazioni ebbero grande successo e vennero in parte
imitate.
L’anatomista più celebre fu Vesalio (1514-64). Fiammingo, studiò a Lovanio, poi a Montpellier e a Parigi e si rese celebre per le sue dissezioni a Bologna, Padova e Pisa. Il suo De humani fabrica libri septem corporis (Basilea 1543), nel quale prende audacemente posizione contro Galeno e gli autori antichi, segna una rivoluzione importante.
L’illustrazione del trattato, cui hanno probabilmente collaborato J. S. Kalcar, olandese operante a Venezia, e artisti influenzati da Tiziano, è notevole per il suo gusto fantastico, che colloca scorticati in pose teatrali e in mezzo a paesaggi.
In Francia l’opera più importante, dopo il trattato di Charles Despars, ricco di reminiscenze gotiche (1500), è il De dissectione humani corporis di Charles Estienne (1540), le cui incisioni, di tono drammatico, sono caratterizzate dallo stile di Fontainebleau. Va pure menzionato, in Spagna,
il trattato di Valverde, illustrato da G. Becerra.
A partire dal XVI secolo l’anatomia fa parte del patrimonio comune dell’educazione dei pittori e viene insegnata in tutte le accademie; i trattati teorici, che si moltiplicano, e lo studio del modello nudo costituiscono, con la dissezione dei cadaveri e il disegno delle opere antiche, altrettanti strumenti di ricerca. Furono eseguiti modelli anatomici, in cera, di "scorticati" sin dalla fine del XVI secolo; Baldinucci cita uno "scorticato" smontabile eseguito a Pisa dallo scultore Pierre Francheville nel 1594.

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El Greco, Laocoonte, 1610-14


Il manierismo 

Il gusto delle espressioni tormentate e drammatiche compare nelle ricerche di movimenti strani e gratuiti, come gli ondeggianti nudi di El Greco (Laocoonte), gli acrobati sparuti e contorsionisti delle incisioni di Jean Viset, personaggi danzanti di Wtewael (Diluvio di Norimberga). Soprattutto i manieristi nordici amano le muscolature complesse ed evidenti, senza alcun rapporto con la verosimiglianza anatomica.

Il XVII e XVIII secolo 

Nel XVII secolo vengono pubblicati accanto ad opere specializzate, trattati semplificati ad uso degli
artisti, come quello di Charles Errard, che unisce esposizioni teoriche all'analisi della bellezza ideale delle statue antiche.
Pietro da Cortona e Carlo Cesi pubblicano trattati simili. Nell'Olanda contemporanea l’anatomia quasi non è più altro che un tema per una categoria ben precisa di quadri: le "lezioni di anatomia" rappresentano un medico che seziona un cadavere dinanzi agli allievi (quadri di Keyser, Elias, Mierevelt, capolavori di Rembrandt del 1632 e del 1656).
In Francia, nel XVII e XVIII secolo l'anatomia costituisce una parte essenziale del tirocinio dell'Academie royale, e negli studi degli artisti si diffondono sculture raffiguranti "scorticati". Bouchardon realizzò uno di questi modelli; i più celebri restano quelli di Houdon: Scorticato col braccio teso (1767) e Scorticato col braccio alzato (1790). Tra i più riusciti trattati di anatomia del XVIII secolo è il Nouveau Recueil d’ostéologie et de myologie del tolosano Jacques Gamelin (1779), corredato di splendide incisioni.

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Jean-Antoine Houdon, l'Écorché, 1767


Il XIX secolo 

L’anatomia è più che mai, nell'Ottocento, la base dell’insegnamento del disegno. I pittori studiano il modello dal vero e le statue antiche con rinnovato impegno: Géricault, disegna dal vero malati in punto di morte nell'ospedale, Beaujon per la sua Zattera della Medusa; Ingres invece trasgredisce l’insegnamento accademico e sfida la realtà anatomica nei suoi nudi audacemente deformati. L’insegnamento nelle scuole d’arte garantì la continuità degli studi di anatomia; la monumentale Anatomie artistique di Richer (1899) servì ancora a generazioni di allievi. Ma la cura dell’esattezza anatomica perse sempre più d’importanza sin dalla fine del XIX secolo.
Le proporzioni stesse del corpo umano vengono sconvolte e spesso ricomposte secondo leggi del tutto diverse, come vediamo in Picasso e Bellmer.

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