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Breve storia del denaro (parte 6)

Creato il 12 luglio 2012 da Davide

La grande varietà di monete in uso nel mondo ellenico all’inizio significò che il cambiare denaro fu la prima e più diffusa forma di servizio bancario greco. In generale i cambiavalute svolgevano i loro affari nei templi o intorno ad essi, dato che i templi erano meta di pellegrinaggi e transazioni politiche e commerciali che venivano sanzionate dalla divinità, o presso altri edifici pubblici meta di notevole traffico di persone. Dato che se ne stavano seduti davanti a tavole trapezoidali, in genere segnate da una serie di linee e quadrati che servivano come un aiuto a far di conto, i banchieri greci presero il nome di trapezitai, come d’altra parte gli italiani presero il nome da banca, tavoletta o panca. Forse l’episodio più noto nel mondo cristiano è quello di Gesù che caccia i mercanti rovesciando le tavole nel Tempio di Gerusalemme (Matteo 21.12), un atto di stampo fondamentalista, poco apprezzato dai sacerdoti dell’epoca, e anche xenofobo, dato che molti banchieri erano stranieri che godevano della protezione del tempio. L’episodio però è sospetto, dato che chi lo scrive è San Matteo. San Matteo era anche chiamato Levi, in quanto pubblicano era membro di una delle categorie più odiate dal popolo ebraico. In effetti a quell’epoca gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all’erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il primo comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l’immagine dell’imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché ‘veneravano’ l’imperatore delle monete. Così c’è il dubbio che nel suo Vangelo Matteo cercasse di deviare su un capro espiatorio, i cambiavalute e banchieri stranieri, l’odio popolare, come avvenne infatti puntualmente contro gli ebrei che fungevano da cambiavalute e banchieri nel mondo cristiano. Chi non era ebreo, ma era banchiere, come i Medici a Firenze e i Doria a Genova, invece, diventavano duchi e capi di stato. In ogni caso, San Matteo è considerato il patrono di banchieri, bancari, doganieri, guardie di finanza, cambiavalute, ragionieri, commercialisti, contabili ed esattori.
Cambiare denaro però non era la sola forma di servizio bancario: uno dei servizi più importanti era il finanziamento delle navi mercantili e altre imprese come lo sfruttamento minerario e l’edilizia pubblica. Il più famoso e ricco banchiere greco fu Pasion, che cominciò la sua carriera nel 394 a.C. come schiavo al servizio di due importanti banchieri ateniesi e riuscì a salire nella scala sociale così tanto da eclissare i suoi padroni, acquistare la libertà e guadagnarsi la cittadinanza ateniese. Oltre alla banca, Pasion era proprietario della più grande fabbrica di scudi della Grecia e di un’impresa che affittava articoli domestici come abiti, coperte, vasi d’argento, ecc. per un compenso.
Quando l’Egitto finì sotto una dinastia greca, i Tolomei (323-30), la famiglia di Cleopatra, l’ultima regina, l’antico sistema faraonico dei magazzini statali che fornivano servizi bancari, che abbiamo visto in precedenza, raggiunse un nuovo livello di sofisticazione. I numerosi granai governativi sparpagliati per il paese vennero trasformati in una rete di banche del grano con quella che era una vera e propria banca centrale ad Alessandria, dove i principali conti da tutte le banche del grano periferiche venivano registrati. Questa rete bancaria funzionava come bancogiro, in cui i pagamenti erano effettuati tramite trasferimenti da un conto a un altro senza passaggio di denaro. Dato che la partita doppia non era stata ancora inventata, i trasferimenti di credito erano registrati variando il caso della desinenza del nome che interessava, cioè i crediti erano nel caso genitivo o possessivo e i debiti nel caso dativo. Così anche il significato del nome dei casi grammaticali diventa intuitivo.
Il trasferimento del credito fu anche un caratteristico aspetto dei servizi forniti da Delo, che diventò uno dei grandi siti bancari durante il tardo secondo e il terzo secolo a.C. Dato che Delo era un’isola greca arida e fuori mano i suoi abitanti dovevano contare solo sul loro ingegno per vivere e cercare di sfruttare al meglio i due grandi capitali che possedevano: la magnifica baia naturale dell’isola e il famoso tempio di Apollo, intorno al quale si sviluppavano le attività commerciali e finanziarie. Mentre ad Atene le operazioni bancarie, in origine, erano state fatte esclusivamente tramite denaro liquido, a Delo le transazioni in contanti furono sostituite da vere ricevute di credito e i pagamenti fatti tramite semplici istruzioni con conti riservati per ciascun cliente.
I principali rivali commerciali di Delo erano i cartaginesi e gli abitanti di Corinto, che però furono distrutti dai romani. Perciò fu naturale che la Banca di Delo diventasse il modello più imitato dalle banche di Roma. La loro importanza, però, fu limitata dalla preferenza dei romani per le transazioni in contanti tramite monete. Sarà per via dell’eredità romana che gli italiani sono così restii a servirsi della carta di credito? Comunque sia, mentre i babilonesi avevano sviluppato I loro servizi bancari in modi assai sofisticati, perché le loro banche dovevano svolgere funzioni monetarie di monetazione, dato che le monete non erano state ancora inventate, e gli egiziani tolemaici tennero separato il loro limitato sistema di monete dal loro sistema di banche di stato per fare economia sull’uso dei metalli preziosi, i romani preferivano il contante per molti servizi che le banche antiche e moderne forniscono normalmente. Dopo la caduta dell’impero romano le banche furono dimenticate e dovettero essere reinventate molto più tardi: riemersero in Europa al tempo delle Crociate.
(segue)


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