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Breve storia del denaro (parte 8)

Creato il 18 agosto 2012 da Davide

L’effetto della caduta dell’impero romano d’occidente fu particolarmente sentito in Britannia dove il denaro virtualmente scomparve per circa due secoli, facendo ritornare il baratto come mezzo di scambio. Più tardi, gli invasori anglosassoni cominciarono a stampare monete, all’inizio copiandole da quelle fatte in Francia, ma si trovarono a fronteggiare a loro volta con degli altri invasori, i vichinghi di Danimarca. L’invasione vichingo-danese portò a una crescita immensa della produzione monetaria in Inghilterra, sia per far fronte al pagamento del tributo ai danesi o Danegeld perché se ne tornassero a casa, sia per pagare l’heregeld, una tassa destinata a pagare i soldati di quei monarchi che sceglievano di combattere i danesi invece di convincerli ad andarsene a forza di mazzette. Dopo che Athelstan riconquistò il Danelaw, il territorio occupato dai danesi, approvò lo Statuto di Greatly nel 928, che istituiva una sola moneta nazionale per l’Inghilterra e segnò l’inizio di mille anni di storia ininterrotta della sterlina (sterling pound). In seguito i re si affidarono più sulla loro moneta che sugli eserciti per difendere il regno: Etelredo aveva 75 zecche che coniarono 50 milioni di penny d’argento per il pagamento del Danegeld. Un retaggio linguistico dell’era vichinga nelle Isole Britanniche è l’espressione ‘pagare tramite il naso’, che proviene dalla sfortunata abitudine (per la vittima) dei danesi in Irlanda nel nono secolo di tagliare il naso a quelli che non volevano o potevano pagare l’imposta di capitazione danese o testatico. Il testatico era un’imposta pubblica gravante sulle persone facenti parte di una comunità, comune, feudo, regno. Ogni individuo di qualunque sesso ed età era tenuto a versare al signore del luogo una imposta annua. Il nome testatico deriva da testa: in sostanza ogni testa era sottoposta ad essa, quindi il naso era la ‘tassa’ riscossa. L’importo globale che ogni comunità doveva al signore del luogo era normalmente definito durante una funzione religiosa importante nella quale il sacerdote dal pulpito poteva contare le teste che vedeva nella chiesa, essendovi l’obbligo di partecipare ai riti religiosi. Da tale imposizione erano normalmente esenti nobili e il clero, che d’altra parte erano essi stessi esattori di diverse imposizioni sul popolo.
Guglielmo il Conquistatore finanziò l’invasione normanna dell’Inghilterra in parte deprezzando la moneta normanna, ma si guardò bene dal fare altrettanto con la moneta inglese, aumentando invece le entrate del regno introducendo nuove tasse. Questa operazione fu facilitata dal Doomsday Book, un catasto pignolo di tutte le risorse del nuovo regno, uno strumento che per l’epoca era all’avanguardia in Europa. In più, i collettori di tasse dovevano rifiutare monete sotto peso o contenenti metallo troppo impuro e così il sistema fiscale non solo forniva un’alternativa al deprezzamento della moneta, ma dava ai governanti anche un incentivo a mantenere la qualità del conio; in questo modo il valore del denaro inglese restò notevolmente stabile per parecchi secoli, in marcato contrasto con la situazione monetaria dell’Europa continentale.(segue)


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