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Bric-à-brac finanziario

Creato il 14 settembre 2011 da Marcopertutti
São Paulo Bovespa - È proprio di oggi la notizia secondo la quale i paesi emergenti, i c.d. BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), vorrebbero dare una mano dal punto di vista economico ai paesi dell'Unione Europea in perenne crisi economica in un gesto di estrema generosità verso i paesi che li hanno colonizzati durante secoli.

Bric-à-brac finanziario

Il futuro della finanza internazionale

La maggioranza dei paesi europei non l'ha presa benissimo, visto che si tratte- rebbe di un gesto un po' umiliante da par- te di ex-colonie.I paesi BRAC (Bel- gio, Regno Unito, Austria e Cipro, che in realtà nasconde- rebbero dietro questi nomi di fantasia i paesi meglio conosciuti con la sigla PIGS o PIIGS, tra cui brilla l'Italia) non amano i paesi BRIC, o forse li hanno amati fino a quando non si sono del tutto emancipati.Il loro portavoce, Trots Van Der Maloren, Commissario per gli Affari Europei Vari ed Eventuali, ha aperto uno spiraglio, dettando le proprie condizioni: «Il nostro è un piccolo comitato a carattere extra-ufficiale, il BRAC, che però ben rappresenta l'opinione orgogliosa dei paesi più sviluppati (a chiacchiere) del pianeta. Non potremo mai accettare aiuti economici di paesi più poveri (sarebbero le solite cianfrusaglie e collanine di conchiglie, mi fanno sapere i nostri esperti di commercio internazionale), una sorta di novello Bric-à-Brac (dopo anni di Brac à Bric, totalmente simulato, ma utile per appropriarsi delle risorse dei paesi più poveri, magari fomentando guerre civili a casaccio), ma potremmo comunque mettere in atto una fictio: invece di chiamarli aiuti, li chiameremo tributi. In realtà, un accenno di neocolonialismo sarebbe molto più importante dei soldi ricevuti (anche se non si possono rifiutare le ricchezze delle colonie, soprattutto se avvengono attraverso Western Union o Paypal): il Vecchio Continente tornerebbe a sentirsi al centro del mondo come quando razziava, uccideva ed evangelizzava a destra e a manca».

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