Brindisi: negato il rinnovo della patente ad un giovane perchè "omosessuale"

Da Avvdanielaconte
Un giovane di 28 anni di Brindisi, Christian Friscina, si è visto negare il rinnovo della patente. Il motivo? E' omosessuale.    Christian ottiene la patente dalla Motorizzazione Civile nel 1999. Durante il periodo di leva, rivela di essere omosessuale; viene inviato all'Ospedale militare Bonomo di Bari.  Sulla base della comunicazione trasmessa dall'Ospedale, è stato negato il rinnovo della patente perchè "Risulterebbero patologie che potrebbero essere di pregiudizio per la sicurezza della guida". Rita Bernardini ha quindi firmato, insieme ad altri Deputati radicali - un'interrogazione urgente ai Ministri dei Trasporti e della Difesa, nella quale viene documentato l'episodio. A causa del diniego di rinnovo della patente, Christian continua a subire gravi danni soprattutto in ambito lavorativo, essendo obbligato a muoversi soltanto con mezzi pubblici.    Il Presidente dell'Arcigay, Paolo Patanè, parla di "Follia discriminatoria, ignoranza pura". E aggiunge che "Sono anni che l'omosessualità non è più considerata una patologia e sarebbe ora che tutti ne prendessero definitivamente coscienza. Il caso reiterato di patente negata a un omosessuale, oltre che pura follia discriminatoria, è esemplificativo di un paese in stato di perenne confusione. Chiediamo che il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, si attivi immediatamente perché la folle discriminazione venga cancellata a tutela di questa ennesima vittima del delirio omofobico".    Episodio analogo è accaduto a Danilo Giuffrida, giovane di 28 anni di Catania. Tramite un legale ha presentato ricorso al TAR, che ha sospeso il provvedimento di diniego di rinnovo della patente osservando che l'omosessualità non può considerarsi "una malattia psichica".    A seguito di questa decisione, Danilo ha proposto azione di risarcimento dei danni nei confronti del Ministero della Difesa e dei Trasporti; in primo grado la domanda è stata accolta ed è stata riconosciuta la somma di 100.000 Euro a titolo di risarcimento a carico dei convenuti. Tuttavia, la sentenza è stata impugnata dinanzi alla Corte d'Appello, che ha confermato la sentenza di primo grado, ma ha drasticamente ridotto la somma dovuta a titolo di risarcimento a 20.000 Euro. Danilo ha proposto ricorso in Cassazione.
Roma, 11 maggio 2011   Avv. Daniela Conte
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