Brioni chiude lo stabilimento di Congiunti / Brioni closes the factory in Congiunti

Creato il 24 agosto 2011 da Sandfashionblog

La linea donna del brand non sarà più prodotta: giunge, così, al termine anche la collaborazione con Alessandro Dell’Acqua nominato direttore creativo nel maggio 2010.

The womenswear line of the brand won’t be produced anymore: thus the collaboration with Alessandro Dell’Acqua appointed as creative director in May 2010 also comes to an end.

Dopo il passaggio al colosso francese PPR, Brioni si appresta a chiudere lo stabilimento di Congiunti, in provincia di Pescara, dedicato alla realizzazione della linea donna che non sarà più prodotta. Termina, quindi, anche la collaborazione con lo stilista napoletano Alessandro Dell’Acqua, nominato poco più di un anno fa per rilanciare il womenswear del brand. A dare la notizia è stato l’amministratore delegato Francesco Pesci: 110 lavoratori andranno in mobilità e parte di questi saranno riassorbiti negli stabilimenti di Penne in Abruzzo e Montebello di Bertona. A settembre saranno aperte le trattative per decidere in che modo riqualificare i dipendenti, circa 84 unità, escludendo chi accetterà un premio di addio in denaro. Il gruppo ha fatto sapere che tale decisione è necessaria per rifocalizzare le risorse aziendali sul business uomo che è recentemente divenuto più competitivo e globale. La sfilata della collezione per la primavera-estate 2012, in calendario il 25 settembre durante Milano Moda Donna, quindi, è stata ovviamente cancellata.
Intanto, è attesa l’ufficializzazione definitiva dell’operazione del valore di circa 350 milioni di euro con la quale PPR prenderà il controllo della sartoria capitolina fondata 75 anni fa da Nazareno Fonticoli e Gaetano Savini.
La maison italiana, che conta di chiudere il 2011 con un fatturato superiore ai 180 milioni euro, 25 milioni di ebitda e un debito di circa 90 milioni, è presente nel mondo con oltre 30 punti vendita, l’ultimo dei quali, in ordine di tempo, è stato aperto a fine luglio in Germania a Düsseldorf. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato dell’etichetta, seguiti da Russia e Cina.


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