Siccome avevo espresso preoccupazione, posso pubblicamente rassicurare sul fatto che ieri sera la presentazione è andata bene.
Nei giorni scorsi ho letto questo testo sulla fine dell’economia della crescita, sul nuovo clima che ci aspetta e sulla resilienza delle comunità: ve lo consiglio se avete pazienza, ci sono molti spunti interessanti. Una delle cose che più mi ha colpito è scoprire che Bristol ha una sua moneta, la sterlina di Bristol- una cosa seria, tanto che il sindaco viene pagato interamente con essa. I vantaggi sono evidenti: i soldi rimangono all’interno della comunità anziché andare a multinazionali e ricconi di chissà dove; si incentiva la trasparenza e la coesione sociale, e si incoraggiano piccole attività economiche locali. Mi piacerebbe molto una cosa simile qui, magari una moneta non solo udinese ma friulana, visto com’è il nostro territorio. Gli SCEC ci sono già, a livello italiano, e io ho già detto di essere disposta ad accettarli, solo che non hanno la stessa solidità e diffusione, mi sembra, del Bristol Pound. D’altro canto, la sterlina di Bristol è gestita da una banca locale e qualcuno potrebbe storcere il naso (non io, se la banca è controllata dalla comunità e al suo servizio). Inoltre qui non è legale pagare interamente in SCEC; mentre con la moneta di Bristol si possono persino pagare parte delle tasse. Mi chiedo perché gli inglesi abbiano invece tanta libertà. Forse c’entra il fatto di stare fuori dall’euro…