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Brooklyn Nets: poche stelle, pochissime speranze!

Creato il 08 settembre 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Nel 2009 il magnate russo Mikhail Prokhorov divenne azionista di maggioranza degli allora New Jersey Nets, la stessa franchigia che nel 2012 fu spostata a Brooklyn proprio per volere del suo proprietario, evidentemente poco incline al rispetto delle tradizioni e votato esclusivamente alla crescita del suo “brand”. Tanti, troppi, i campioni circolati al Barclays Center dal 2009 ad oggi: Deron Williams, Joe Johnson, Kevin Garnett, Paul Pierce; star assolute che avrebbero dovuto costituire un quintetto dominante e che invece non sono riuscite nemmeno a scalfire lo strapotere di Lebron James e compagni (prima a Miami e poi a Cleveland) nel dominio della Eastern Conference.

Dopo l’anonima stagione scorsa, conclusa “miracolosamente” al primo turno playoff, i Brooklyn Nets ripartono dal loro allenatore, Lionel Hollins, e da un nuovo roster, sicuramente meno tecnico, ma più leggero dal punto di vista economico. Dopo gli addii di “The Truth” e Garnett nei mesi scorsi, è toccato anche a Deron Williams voltare le spalle alla Grande Mela e a 15 dei 40 milioni di dollari che il suo contratto biennale gli garantiva, per rincorrere l’anello ai Dallas Mavericks. Ma non solo, sono partiti pure Mirza Teletovic e Alan Anderson, rispettivamente in direzione Phoenix e Washington.

Quali i giocatori da cui ripartire? Innanzitutto, il GM Billy King ha deciso di riconfermare a suon di milioni i due giocatori di maggiore prospettiva presenti nel roster: Brook Lopez e Thaddeus Young. Il primo, che nella Grande Mela sarà protagonista di un’accesa rivalità col suo gemello Robin, nonostante le numerose offerte valutate durante la free agency, ha deciso di prolungare la sua esperienza a Brooklyn per altri tre anni nei quali percepirà circa 60 milioni di dollari; Young, che invece è arrivato a metà della scorsa stagione dopo una trade che ha spedito Garnett a Minnesota, ha stupito il Barclays Center sia per i 13.8 punti di media in 28 partite sia per la sua importanza nell’equilibrio della squadra ed è stato confermato con un quadriennale da 50 milioni di dollari.

King ha successivamente piazzato il colpo a sorpresa, strappando al minimo salariale Andrea Bargnani a Sacramento, dove il lungo italiano era in procinto di firmare un contratto più remunerativo. Sul cambio di rotta improvviso dell’ex Knicks ha pesato la volontà di restare nella Grande Mela, sull’altra sponda, nonostante la poca popolarità che ormai riscontra nell’opinione pubblica sportiva newyorchese. Il romano, impegnato nell’Europeo con la nostra nazionale, non sembra poter partire da subito in quintetto, ma le sue particolari capacità offensive lo rendono un’importante carta da giocare a partita in corso.

Il Draft ha poi consegnato ai Nets due importanti talenti in ottica futura: la talentuosa ala Chris McCullough da Syracuse, su cui pesa però l’infortunio al ginocchio rimediato durante la scorsa stagione NCAA, e l’esterno Rondae Hollis-Jefferson, chiamato dai Blazers e poi arrivato a Brooklyn in cambio di Mason Plumlee. La trade coinvolgeva anche Steve Blake, che però non ha avuto nemmeno il tempo di disfare le valigie che è stato subito spedito a Detroit in cambio di Quincy Miller; una scelta francamente dubbia vista le capacità dell’ex Lakers ma soprattutto la scarsità di PG presenti nel roster. E, infatti, per tamponare la carenza di costruttori di gioco, King ha firmato l’ex Knicks Shane Larkin, il quale però difficilmente partirà subito in quintetto, a dimostrazione della volontà della dirigenza di puntare sulle doti di Jerret Jack, 12 punti e 4.7 assist di media lo scorso anno.

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— Brooklyn Nets (@BrooklynNets) August 8, 2015

Con Jack, Young e Lopez, il quintetto titolare dovrebbe essere composto dalla guardia croata Bojan Bogdanovic, 9 punti di media nel suo primo anno NBA, e dalla rinascita obbligata di Joe Johnson, che dopo la disastrosa stagione scorsa e a dispetto dei suoi 34 anni avrà il compito di traghettare la franchigia durante il suo anno zero. Nonostante la Eastern Conference attualmente non eccelle per competitività, sembra difficile ipotizzare che i Nets riescano nel miracoloso bis della scorsa stagione, durante la quale, con un roster sicuramente più forte dell’attuale, riuscirono ad agguantare il treno playoff per il rotto della cuffia.

 

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