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Bruce Willis Day: Slevin - Patto Criminale (di P. McGuigan, 2006)
Creato il 19 marzo 2013 da Frank_romantico @Combinazione_CEd ecco che oggi è il compleanno di un'icona. Uno che a 58 anni suonati ancora scappa, corre e spara tra esplosioni e battute sagaci. Bruce Willis. Un mito per chiunque sia nato tra gli anni 70-80 (e inizio dei '90, perché no). Avete presente Trappola di Cristallo, Die Hard, Ancora Vivo e l'Ultimo Boy-Scout? Ecco, proprio lui. E visto che stiamo parlando di un mito io e altri esimi colleghi bloggher abbiamo deciso di dedicare a Willis una ricorrenza: il Bruce Willis Day.Ora, se mi fermassi a pensare ad un film rappresentativo per/con Bruce degli ultimi 10 anni, mi verrebbe in mente Slevin - Patto Criminale. Qualcuno obbietterà che in questa pellicola del 2006 diretta da Paul McGuigan, Willis non è un protagonista, ma è proprio qui il nodo della questione: nonostante non sia il protagonista, ancora una volta il Nostro riesce a catalizzare l'attenzione su di se. E recita in una parte adatta non solo al proprio status di duro, ma persino alla sua età anagrafica.
New York: dopo uno scambio di identità il giovane Slevin si trova coinvolto nella guerra tra due capi criminali e le loro rispettive organizzazioni: Il Rabbino e Il Boss. Ma sembra che il tutto sia stato orchestrato dal mitico assassno Goodcat. Alla fine Slevin sarà costretto ad assecondare i suoi aguzzini, ma forse anche lui ha qualcosa in mente.
Slevin - Patto Criminale (titolo originale: Lucy Number Slavin) è un film pulp, un thriller adrenalinico, un gangster movie cazzuto. No, forse non è nessuna di queste tre cose. E' un film rompicapo che ha come unico scopo disorientare lo spettatore per poi colpirlo - e ci riesce benissimo - con il colpo di scena finale. Il tutto senza prese in giro o trucchetti, solo un tipo di narrazione basato sulle ellissi, grazie a una sceneggiatura che, debitrice di Tarantino e della sua rivoluzione cinematografica anni '90, permette a logorroici personaggi di reggere il palco. Ed ecco che battute al fulmicotone e divertente humor meta-cinematografico distolgono l'attenzione dello spettatore da quello che sta vedendo, permettendogli (perché è tutto volontario) di farsi sorprendere. No, non prendere in giro. Un esempio di cinema a tavolino dove tutto quel che accade non è mai lasciato al caso perché è il meccanismo che conta, al di là di regia (sufficiente) e tutto il comparto tecnico.
Di certo il cast stellare aiuta, di certo un Josh Hartnett in stato di grazia (quanto diavolo è sempre stato sottovalutato questo attore?) fa simpatia e crea appeal, ma il meccanismo sembra essere ben oleato soprattutto da Willis, che nel ruolo del vecchio killer leggendario non deve neanche parlare: basta il suo classico sorriso ammiccante e lo sguardo da duro a cui ci ha abituato per far scattare l'applauso. Inutile affermare il contrario, il suo è il personaggio più cinematografico e riuscito, bastano tre o quattro sue apparizioni per permettergli di assumere il controllo della scena e il prologo con la mossa Kansas City - simbolo del film stesso (due trame che si sovrappongono: una attira l'attenzione dello spettatore, l'altra permette lo svolgimento sotterraneo della storia) - lo dimostra in tutta la propria semplice potenza. Se poi il resto del cast è formato da nientepopodimenoché: Morgan Freeman, Ben Kingsley, Stanley Tucci e Lucy Liu (più che bella nel ruolo di ragazza della porta accanto), la riuscita di un film preciso, simpatico e avvincente ma di consumo e certamente non da annali del cinema, è assicurata.
Montato con l'accetta, fotografia che passa dal saturo al patinato con facilità disarmante e un pizzico di romanticismo hanno permesso a Slevin - Patto Criminale di farsi notare nel marasma di pellicole pulp-ammiccanti che dal '94 affollano il panorama hollywoodiano. Strano considerando che McGuigan non è un regista degno di nota né, tanto meno, un abile mestierante. Però la scelta di contaminare il dramma metropolitano (potentissimi gli ultimi minuti) con la crime story e la commedia edulcorata è risultata vincente. Intanto questo film, per Bruce Willis, è stato una boa che ha cambiato i binari della sua carriera. Non fosse per il franchising Die Hard staremmo tranquillamente parlando dell'attore più intelligente nella scelta dei lungometraggi in tanti anni di cinema americano. Ma noi ti vogliamo bene sempre, Bruce, eroe della nostra adolescenza e della nostra età adulta. Buon compleanno.
Gli altri partecipanti alla festa:
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