Giorgio Cimbrico ha intervistato Jacques Brunel per il Secolo XIX. Ecco uno stralcio della loro conversazione
«I francesi sono una delle potenze del mondo, in finale ai Mondiali – dice – al terzo posto nel ranking. Animati da una forte desiderio di vendetta: non hanno dimenticato la sconfitta di marzo, al Flaminio. Per loro, un’ustione. Il peggiore degli inizi
possibili? Duro, non c’è dubbio. Ma a me piace così, amo le faccende difficili. Una di quelle partite che possono essere eloquenti sulla capacità di una squadra, di giocatori che io voglio ambiziosi, pronti a dare il massimo nelle situazioni più ispide».
Cosa le hanno insegnato questi suoi primi mesi di rugby italiano?
«La struttura federale è efficiente, la FIR la coltiva molto bene e sicuramente ci sarà bisogno della collaborazione di tutto il movimento, a ogni livello, per poter operare nelle migliori condizioni. La Nazionale è la vetrina del rugby italiano».
(…) Torniamo alla sua Italia: un gruppetto di giovani (Morisi, Esposito, Venditti, De
Marchi, Quartaroli, D’Apice, oltre a Benvenuti e Gori che in azzurro hanno già esperienza) che raggiunge il nucleo dei reduci dei Mondiali. Cosa produrrà questo
cocktail?
«È ovviamente presto per dirlo. Di certo il tempo a disposizione non è molto per pensare di stravolgere la squadra. E così dei 30 convocati in vista di Francia e Inghilterra, le nostre due prime avversarie, 22 hanno preso parte alla Coppa del Mondo. Poi ci sono alcuni volti nuovi che hanno fatto bene in campionato e giovanissimi interessanti, come Angelo Esposito, 18 anni e mezzo. Credo che
la loro ora verrà soprattutto nel tour di giugno, in Argentina e Nordamerica,
perfetto per fare esperienza».
(…)
Per molti tornei l’Italia si è retta sul gioco degli avanti. Cosa cambierà con lei?
«Dobbiamo trovare maggiore equilibrio tra il gioco degli avanti e dei trequarti, dare maggiore fiducia alla linea arretrata. Sino a oggi l’Italia ha puntato molto sul gioco del pacchetto di mischia, bisogna dare più equilibrio al gioco nella sua totalità. Io la chiamo armonia».