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Bruno Cicognani, Firenze – Mercato Vecchio

Da Paolorossi
Telemaco Signorini - Mercato Vecchio a Firenze 1882

Telemaco Signorini – Mercato Vecchio a Firenze 1882

Per archi e vòlte giuochi fantastici di chiaroscuri ; le muraglie combaciavano e subito tornavano a distaccarsi per ribrezzo, un metro l’una dall’altra. E tra l’una e l’altra i cenci tesi, tanti strati quanti piani, suzzavano quella po’ d’aria sgrondante bigia di per i tetti e toglievano alla pietà d’uno spicchio di cielo azzurro, per la vergogna, le lastre divorate dal lupus marcioso e le muraglie tutte una piaga. Antri di buio le porte con la pretesa degli scalini davanti la soglia e con entro accese le pupille dei gatti ; scacchi di buio le finestre con la beffa dell’ inferriata. Un lumino — è giorno, ma si vede lo sprizzìo della fiammolina chiara — un lumino a un tabernacolo e nel fondo d’una cortaccia ingombra di miserie rinvoltate nel sudiciume l’occhio di fuoco d’una bottega di fabbro. Le ciane scapigliate e sciamannate con gli occhi cisposi ; i beceri fan gargarismi di bestemmie ; ogni dieci passi uno scheletro coperto di toppe e tanti, tanti bambini teste cespugli colli frinzelli e spine ventose ; non un tantin di carne, ma croste : tutto un vomiticelo della spazzatura e non umanità sensibile, quella ! Eppure a qualche finestra in una pentola squarciata un viòlo o una pianta d’amorino o di basilico metteva il capo fuori dell’ inferriata : dunque qualcuno nella stanza sentiva di soffrire.

Firenze - Torre dei Caponsacchi nel 1883

Firenze – Torre dei Caponsacchi nel 1883

La torre de’ Caponsacchi e le altre sorelle eran tutte illuminate dai riflessi dell’ incendio acceso dal tramonto autunnale nell’aria di Firenze — ombre violacee calmavano le strade mezz’ora fa polverose d’oro ; tra poco il brillìo puro della prima stella raffredderà il cielo in una monotonia di celeste umido.

 

(Bruno Cicognani, “Mercato Vecchio”, da  “6 storielle di novo conio” 1917  – tratta da Poeti d’oggi (1900-1920)  – Antologia a cura di G. Papini e P.Pancrazi – Vallecchi Editore Firenze – 1920)


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