Brut ma buono!

Da Annaulaola

Si conclude oggi una delle manifestazioni italiane più importanti quale è quella del Vinitaly di Verona presso il suo Spazio Fiere. La kermesse eno-gastronomica dà ogni anno ampio risalto a una selezione delle oltre 380 mila case vitivinicole italiane che tengono alto il nome delle eccellenze e delle qualità del nostro paese facendole conoscere al pubblico attraverso degustazioni enoiche spesso associate a degustazioni gastronomiche di altrettanto valevole e considerevole pregio. A testimonianza che il mercato del vino made in Italy è cresciuto di oltre il 5% nello scorso anno, così come è emerso da un’analisi della Coldiretti, chiamiamo in causa uno dei promotori di tale successo come lo spumante, alter ego italiano dell’antagonista francese, meglio noto come champagne. Perché spumante e champagne fanno parte della stessa famiglia di vini in cui tappo di sughero e fermentazione creano schiuma e bollicine dall’inestinguibile fama.

Stabilire se l’origine della scoperta delle bollicicne è francese o italiana è tutt’oggi difficile, anche perché differirebbe di appena mezzo secolo l’una dall’altra. Si è soliti ipotizzare che la scoperta risalga a metà Seicento per opera del monaco francese Dom Pierre Perignon. Il resto è leggenda.

Per gli champagne, provenienti dalla Champagna, regione a nord-est di Parigi, parliamo di metodi di lavorazione del vino base: Champenoise, Charmat o Transvasion. Gli spumanti, e in special modo il Franciacorta, tipico della Lombardia, si affidano al metodo Champenoise e quindi somigliano agli antagonisti francesi. La loro freschezza, la loro secchezza, rendono i Franciacorta, e in generale gli spumanti dell’Oltrepò Pavese e della zona del Bombino, fiore all’occhiello del patrimonio vinicolo italiano e mondiale: perfetto per un brindisi come anche per pasteggiare, il leggero solletico che genera al palato diventa una dipendenza per gli appassionati e per chi lo diventerà.

Degno di menzione il primo “champagne italiano” dei F.lli Gancia, risalente al 1865, cui furono eliminati gli sciroppi aggiuntivi utilizzati dai francesi, facendo risaltare così le uve di Moscato e innalzando la qualità. Gli spumanti che oggi, all’interno di Vinitaly 2013 hanno fatto la differenza sono gli spumanti con la polvere d’oro (l’Etoile), quelli dietetici (Essenza zero), quelli invecchiati sui fondali marini (come lo spumante “Abissi” che matura per 12 mesi a 60 mt di profondità) fino a quello nei ghiacciai, a 2760 mt d’altezza. Comunque sempre prodotti legati al territorio e volti a esaltarne la peculiarità che da esso ne deriva. Perché il vino è territorio e quindi cultura. In questo caso, italiana.


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