Volevo farvi sapere che sto andando a sdraiarmi a pelle d’orso sul letto. Si ora alle 13:00. Perché non ho fame e lei, la rana, per poco non mi si addormentava di testa nel piatto e dopo essere riuscita a farle buttare giù il boccone che l’era rimasto in stand-by ora se la dorme alla grande e quindi devo assolutamente approfittare. Perché mi ha buttato giù dal letto alle 6, che di per se sarebbe anche un orario normale se non mi fossi coricata alle 3. Che poi non si è prodigata in un risveglio normale dolce e delicato, ma in uno in grande stile, con tanto di vomito e febbre a 38. Roba che al posto della testa mi sembrava di avere un frullatore. E ora ho il cervello in pappa, le gambe non mi tengono e la palpebra tremens mi fa scrivere cose disconnesse al pc. Il sonno gioca brutti scherza ragà e se penso che ci sia stato un periodo in cui l’assenza di sonno era la normalità, chiudo la mia voglia di maternità in un sacco a vado a buttare nel punto più profondo del fiume, assicurandomi bene che non torni a galla.
Ho passato la mattinata nella sala d’aspetto del dottore di base. La pediatra smutandata non c’era. Il pediatra figo e costosissimo è in ferie, in spagna per l’esattezza. Il pediatra che mi sono fatta consigliare dalla vicina non riceve prima di lunedì e io sono stata due ore in compagnia di una dozzina di vecchietti che per passare la giornata fanno la fila dal dottore. E lì nell’attesa proprio non ce la fanno a stare in silenzio e così, rivolti al muro, senza guardare nessuno in particolare, cominciano a raccontare dei cazzi loro a tuti i presenti, come se fregasse a qualcuno poi e più stai in silenzio e più loro fanno avanti. Dopo un ora di discorsi su cataratte, cipolle ai piedi (?) e diabete, volevo chiamare la neuro, non per loro, per me ovviamente.
Sentenza medica: Tonsillite.
Applausi grazie con questa, credo davvero di aver completato l’album delle malattie di quest’anno.
Che vi volevo dire più?
A si, che ieri sono stata al un reading della Rete femministe di Capitanata. Con mio sonno dispiacere under40 eravamo solo io e l’amica che mi sono portata come spalla. E questo sinceramente mi porta a pensare che: o sono io che sono vecchia dentro o ai giovani oggi non gliene frega un cazzo di come gira il mondo? Boh!
C’era bella gente, come Elettra la segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, docenti universitari e l’antropologo Canevacci in collegamento dal Brasile, si è parlato di relazione corpo, identità, genere. Eravamo su di un attico spettacolare che si affacciava su tutta la provincia, con candele di citronella ovunque, cuscus e frutta nel buffet e litri e litri di prosecchino e brachetto che scendevano come l’acqua. Scendevano così bene che siamo state abbordate da un tipo sulla cinquantina, che faceva lo splendido e non perdeva occasione per strapparci una risata, prenderci in giro e fare battute sulla nostra giovane età rispetto alla media. Ci ha anche accompagnate all’ascensore imitando una guardia del corpo con tanto di auricolare e pistola/banana tra le mani. E dire che doveva essere una cosa seria e culturalmente elevata. Ma è proprio vero che a 50 anni si diventa scemi. Uscite di lì abbiamo abbiamo festeggiato il quarto di secolo di una di noi, tra musica, arrosticini abruzzesi e ancora prosecco. Ora sono rimasta solo io, la più piccola, ma per il mio quarto di secolo ci vogliono ancora due mesi abbondanti.
Si lo so non ve ne frega un emerita mazza di tutto questo, ma volevo dirvelo lo stesso, perchè se ieri sera non mi sarei divertita così forse non avrei affontato con tanta filosofia il tragico risveglio di stamattina. Che come dice Wonder: "il cazzeggio è la spa dell'anima". Ora però vado a dormire, prima di tramutarmi in un panda.
E comunque ribadisco che guidare di notte tra le strade deserte della città che dorme, è tra le cose più belle che adoro fare, magari con meno prosecco nelle vene rispetto a ieri, sarebbe anche meglio.
Ciao, bau, miao.