Bruxelles: scarse le misure di protezione dei minori su Internet prese dagli Stati membri
I Paesi europei non attuano in modo adeguato le raccomandazioni della Commissione UE a garanzia della protezione dei minori su Internet. Gli Stati membri hanno verso il tema un approccio variabile e molto diverso l'uno dall'altro: ogni Paese, ad esempio, ha un modo diverso di verificare la nocività o illeicità dei contenuti delle hotline, tracciarne l'origine e notificarlo alle autorità competenti. Gli Stati membri, poi, usano diversi sistemi di classificazione per età e dispositivi tecnici per far sì che i siti e i videogiochi siano adatti all'età.
E' quanto emerge dalla relazione presentata oggi dalla Commissione europea in cui si spiega, inoltre, che esiste un notevole margine di miglioramento per rafforzare la protezione dei minori in questi ambiti.
La Commissione affronterà queste problematiche nel corso dell'anno attraverso un'iniziativa di ampio respiro volta a educare e proteggere i bambini che usano le nuove tecnologie. La relazione suggerisce diverse azioni, tra cui: il miglioramento delle infrastrutture di sostegno per agevolare la rimozione di contenuti illeciti; una maggiore consapevolezza dei rischi e dei modi per ridurli; un uso più ampio dei sistemi di classificazione per età (come PEGI) per i videogiochi online; sviluppo di codici di condotta e altri modi per aumentare la conoscenza della classificazione per età da parte dei rivenditori, in modo da evitare la vendita ai "minori".
La Commissione si è impegnata a promuovere il dialogo tra le varie parti interessate e l'autoregolamentazione dei fornitori di servizi europei e mondiali in particolare per quanto riguarda l'uso dei loro servizi da parte dei minori". Una priorità dell'Agenda Digitale Europea è quella di rendere internet un luogo più sicuro per i bambini che, come ha evidenziato un recente sondaggio EUKidsOnline, iniziano ad usare il web già a 7 anni, ad avere un profilo su un social network già a 12.
L'Agenda digitale esorta inoltre gli Stati membri a "mettere in pratica le linee telefoniche dirette per la denuncia di contenuti online offensivi o dannosi, organizzare campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza online dei bambini e proporre di insegnare la sicurezza online nelle scuole, nonché incoraggiare i fornitori di servizi internet a mettere in atto misure di autoregolamentazione relative alla sicurezza dei bambini entro il 2013".
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