E’ di tre morti il bilancio di una sparatoria nel cuore di Bruxelles avvenuta ieri, al Museo ebraico, vicino a Place du Grand Sablon. Sarebbe un “uomo solo”, probabilmente “ben preparato” l’autore della sparatoria al Museo ebraico di Bruxelles che ha causato la morte di tre persone. Lo ha detto il portavoce della Procura di Bruxelles nel corso di una conferenza stampa.
(veules-les-roses.fr)
La Procura, secondo quanto riportano i media belgi, ha lanciato un appello a tutti i possibili testimoni dell’attacco per identificarne l’autore. Al vaglio ci sono i filmati delle numerose telecamere presenti in zona. A breve la polizia belga pubblicherà le fotografie del presunto attentatore. Mentre l’uomo interrogato sabato come sospetto, la cui vettura era stata vista partire subito dopo la sparatoria, viene ora considerato un testimone. La persona che la polizia sta cercando si sarebbe allontanata a piedi dal museo.
Due delle vittime della sparatoria sono una coppia di turisti israeliani. Lo ha reso noto il portavoce del Ministero israeliano degli Affari esteri. Si tratta di una coppia di circa cinquant’anni residente a Tel Aviv, arrivata in Belgio per turismo. La terza vittima è una volontaria del museo. L’impiegato addetto all’accoglienza rimasto ferito è gravissimo. Yvan Mayeur, sindaco della capitale belga, ha spiegato che è ricoverato in ospedale in condizioni “estremamente critiche”. In omaggio alle vittime, sulla soglia del Museo ebraico, in via des Minimes, nel centrale quartiere del Sablon, sono stati deposti fiori o i sassolini della tradizione ebraica per ricordare i defunti.
“Tutto porta a ritenere” che si sia trattato di un attacco antisemita, ha affermato ieri il ministro degli Interni belga Joelle Milquet spiegando che a sparare sarebbe stato un uomo con uno zaino sulle spalle, fuggito in auto dove l’aspettavano uno o altri due uomini. Sono state colpite al viso e alla gola le persone uccise nella sparatoria al museo ebraico di Bruxelles, questo è quanto emerso dalla conferenza stampa della Procura della capitale belga. La stampa belga riferisce che, alle 15.50 di ieri, un’Audi con a bordo due uomini ha parcheggiato in doppia fila all’altezza del Museo ebraico, in rue de Minimes. Dall’auto sono scesi entrambi ed il conducente, dopo aver poggiato a terra due zainetti, ha cominciato a sparare, risalendo poi in auto e fuggendo. Un testimone sarebbe riuscito a vedere la targa dell’Audi usata dagli assalitori. Dopo la sparatoria, alcuni musicisti che suonavano nella piazza vicino al luogo dell’attentato hanno continuato a suonare per più di un’ora nonostante la polizia abbia subito transennato la zona e bloccato il traffico.
“Ho sentito dei rumori che sembravano colpi d’arma da fuoco – ha raccontato un testimone alla radio Rtl – sicuramente cinque o sei. Poi, più niente per un minuto e ancora di nuovo altri cinque o sei colpi. E’ arrivata la polizia e la zona è stata circondata”. “Si tratta probabilmente di un atto terroristico, per noi è un atto estremamente grave”, ha commentato il sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur, alla radio Rtl. “La polizia – ha aggiunto – sta seguendo una pista seria”. ”Sono molto sconvolto per quanto successo a Bruxelles”, ha scritto su twitter il premier belga Elio Di Rupo. “Le mie sincere condoglianze e tutto il mio sostegno – ha aggiunto – alle famiglie delle vittime ed ai loro famigliari”. Si è detto “sconvolto” anche il ministro degli Esteri belga Didier Reynders che, tra l’altro, si trovava per caso vicino al Museo ebraico all’ora dell’attacco. “Stavo bevendo un caffè con mia moglie nella vicina Place du Grand Sablon, quando mi hanno avvertito della sparatoria”, ha raccontato il ministro. “Sono costernato. Siamo in presenza del primo attacco anti ebraico a Bruxelles dopo la Seconda guerra mondiale. In questo momento è difficile pensare che non si tratti di un attentato”, ha affermato Maurice Sosnowski, presidente del Ccojb, il centro di coordinamento delle organizzazioni ebraiche in Belgio, a ‘La Libre’. Sosnowski ha spiegato che non c’era stata alcuna minaccia contro il museo o altri luoghi della comunità ebraica in Belgio.
L’attacco è avvenuto venti giorni dopo che ad Anderlecht, comune alle porte della capitale, era stato vietato il “Congresso europeo del dissenso”, un incontro denunciato come antisemita dalla comunità ebraica belga. In seguito a quel divieto la polizia aveva usato gli idranti per disperdere la folla che protestava contro il no al raduno, a cui avrebbe anche dovuto partecipare il comico francese accusato di antisemitismo Dieudonne M’Bala M’Bala. Oggi, meno di tre settimane dopo, lo spettro dell’antisemitismo è tornato a pesare sulla capitale belga.
(adnkronos.it)