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“Buchi e bruchi” di Gek Tessaro & “Il gatto e la libellula” di Tsuneo Taniuchui

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

Vi presento due novità della Fiera del libro per ragazzi di Bologna, la prima firmata dal ben noto autore ed illustratore nostrano Gek Tessaro e pubblicata da Lapis, la seconda dalla mano più esotica del giapponese Tsuneo Taniuchui, portata nelle nostre librerie, come opera prima della collana Il filo rosso, da Artebambini.
Due cartonati, robusti, di formato quadrato, con sicuri bordi stondati, entrambi sono libri fatti ad arte, destinati alla fascia d’età dei più piccini.

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“Buchi e bruchi”, che scherza nel titolo sul gioco di parole tra due elementi chiave dell’albo – un bruchetto verde e un bel buco situato sul terreno – è un libro coloratissimo e vivace, allietato dai gioiosi collage dell’autore.
In copertina un bel foro sagomato che apre la visuale sul simpatico insetto minacciato invero, se si ha la pazienza di ben osservare i risguardi, dal beccaccio di una gallina.

I fori, come ho già ampiamente osservato in passato, piacciono sempre molto ai bambini, che si divertono con la possibilità del vedo-e-non-vedo e possono esplorarli infilandovi dentro manine e piccole dita. Il rapporto col libro diventa così più fisico e giocoso favorendo l’attaccamento e il desiderio di ripetere l’esperienza.

Il testo è in rima e anche questo espediente rende la lettura interessante ed accattivante: la musicalità aiuta l’ascolto e, anche qualora non si comprendesse appieno la storia e la successione degli eventi (perché troppo piccini), lo rende piacevole.

Siamo nella savana e uno struzzo è in fuga da un animoso gorilla che vorrebbe, forse, papparselo, in quattro bocconi. Il pennuto si vede oramai spacciato quando – provvidenza! – trova un buco nel terreno nel quale infilare la testa e il lungo collo.
Tale gesto disorienta l’inseguitore, un po’ stupidotto, che non vedendo più lo struzzo nella sua interezza non è più in grado di riconoscerlo.
Dall’altro lato l’uccello scorge, giù nel cunicolo in cui ha ficcato il capo, un bruco.
Mangiarselo? Ma no! Visto che il piccoletto gli ha prontamente, e furbamente, promesso che potrebbe insegnargli a volare.

Nello stesso momento anche una gallina starnazzante sta scappando da un bestione, un rinoceronte che vorrebbe farla fritta.
Stessa storia: anche l’altra pennuta trova un buco nel terreno nel quale manda giù la testa.
E anche la sua belva resta interdetta. Per poco però perché, accortasi del gorilla, ancora lì a chiedersi dove fosse finita la sua preda, decide che può benissimo prendersela con questo. E i due, litigando, se ne vanno.

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E lo struzzo e la gallina? Ancora a testa in giù nei rispettivi buchi si incontreranno alla fine del canale, dove l’astuto bruchetto ha in serbo uno scherzetto niente male…
Tonti i bestioni, tonti i pennuti, solo il più piccolo e indifeso saprà come uscire vincente dalla rischiosa situazione.

Un albo allegro e divertente, una storia spassosa appena sottolineata da una velatissima morale, che non pesa né annoia ma, al massimo, fa sorridere.

Belle come sempre le illustrazioni di Tessaro, nel loro stile inconfondibile e lietissimo. Un tripudio di colori accesi, movimentate le scene e briose le figure. Chiare comunque e perfettamente accessibili, pur con il loro deciso carattere, anche ai lettori piccini.

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Diverso registro invece per “Il gatto e la libellula” dove la sobrietà e la selezione accurata delle tinte è una delle caratteristiche portanti e salta subito all’occhio.
In piena linea con l’eleganza minimal e la raffinatezza giapponesi, l’albo vede sfondi rigorosamente bianchi sui quali i personaggi – nero il gatto, rosso-arancia la libellula – svettano sicuri.
Pochi altri colori per gli altrettanto pochi oggetti che entrano a far parte della narrazione in un originale e molto gustoso gioco di trasformazioni.

L’elemento sul quale si sviluppa la costruzione è un cordino rosso, vero e proprio, che attraversa il libro da parte a parte tramite un foro praticato al centro delle pagine.
La corda – il filo rosso, appunto, dal quale la collana prende il nome – è più lunga dello spessore dell’albo e ciò le permette di essere tirata e scorrere.
Proprio grazie a questa estensione, aprendo le facciate, essa entra a far parte integrante dell’illustrazione: si tende per diventare filo da bucato, sedile dell’altalena, manico d’ombrello, pianale di skateboard e via via tante altre trasformazioni che si scopriranno scorrendo le pagine.

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La storia in sé è semplicissima: un micio viene disturbato da una libellula e, risentito, decide di acchiapparla.
Parte così l’inseguimento che vede rivelarsi elementi e mezzi nuovi ad ogni voltar di foglio.
E così tra giostre e panni stesi, con l’uso di funi o retini, confuso da voli e mimetizzazioni, il gatto proverà ad acciuffare l’insetto.
Come finirà? Sulla penultima doppia facciata – dove il cordino rosso diventa un baffo del protagonista – la risposta, tenera e positiva.
Molto pacata e rilassante la scena finale, l’unica non avere sfondo bianco bensì del colore di un intenso cielo notturno, dove il filo si riaggancia all’apertura e torna ad essere una corda da bucato.

Un albo inconsueto che attira l’attenzione e la curiosità dei lettori. Un’opera robusta, fresca ed elegante che suggerisce un’osservazione e un’interpretazione creativa della realtà, dove le forme si susseguono spesso simili e l’occhio dell’artista – anche bambino – può giocare al cambio e alla trasformazione, con risultati sempre nuovi e sorprendenti.
Libri come questo, infatti, oltre a divertire e stimolare, permettono ai piccoli lettori di inventare a loro volta nuove applicazioni e possono essere usati anche come base di laboratori e attività manuali.

(età consigliate: due anni per entrambi)

Se i libri ti piacciono, comprali qui: Buchi e bruchi
Il gatto e la libellula


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