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Buchi neri nella Terra di Mezzo

Creato il 27 ottobre 2011 da Tnepd

Buchi neri nella Terra di Mezzo

Orchi della Terra di Mezzo

Nell’universo fantastico de “Il Signore degli Anelli” i cattivi sono gli orchi. È stato J. R. R. Tolkien a scrivere quel libro con grande coerenza narrativa. Gli orchi sono funzionali alla narrazione e non possono essere che così. Una Terra di Mezzo in cui gli orchi siano buoni non è quella del libro di Tolkien.

I “buchi neri” sono una previsione teorica della Teoria della Relatività. Sono stati gli scienziati a ipotizzarli, a cercarli e a trovarne le tracce. Quando si parla di buchi neri è a questi cui ci si riferisce. Esistono nelle condizioni previste dalla Relatività e non possono essere altro. Se qualcuno parla di buchi neri in modo diverso dovrebbe come minimo esporre una teoria fisica che li giustifichi, basata su osservazioni reali.

Speravo di non dover parlare più della defunta cometa Elenin, ma a quanto pare c’è gente talmente fanatica e priva di senso del ridicolo da insistere (grazie ad Ele per la segnalazione!). Sono evidentemente colpiti dall’effetto Dunning-Kruger. Prima o poi scriverò un post al riguardo.

L’ultima idiozia sulla Elenin è stata partorita da uno sconosciuto fuffaro cileno, tale Pedro Gaete, nientepopodimeno che direttore esecutivo del programma NGE. Su YouTube due suoi video ci “spiegano” che la Elenin sarebbe in realtà un buco nero (qui e qui). La straordinaria novità è che e che la NASA – tenetevi forte perché questo argomento è di un’originalità incredibile – ci starebbe nascondendo la verità…

Sbarazziamoci subito dei sospetti. La NGE è Pedro Gaete. Pedro Gaete è la NGE. Il suo sitarello (www.25920.cl) è talmente professionale da funzionare solo con Internet Explorer ed è composto da tre pagine di numero. Pedro Gaete non è dunque il responsabile di un fantomatico programma governativo cileno per lo studio dei terremoti, come ventilato da qualche fuffaro, ma uno dei tanti tipi bizzarri con in tasca la verità e in mano la soluzione ai problemi del mondo. Bastano due informazioni a smontare la sua balla.

Il primo punto riguarda la massa. La fisica dice che un buco nero stellare ha una massa minima di 2,5 masse solari. Nell’articolo “Nibiru, quando i neuroni scioperano” abbiamo già visto quanto sarebbe drammatico e spettacolare, dal punto di vista delle interazioni gravitazionali, l’ingresso nel sistema solare di un oggetto ben più piccolo e come questi effetti sarebbero visibilissimi già a grande distanza, molto prima di entrare nel sistema solare interno.

Un oggetto massiccio come un buco nero non orbiterebbe intorno al Sole. Sarebbero il Sole e tutti i suoi pianeti a orbitare intorno ad esso. Se un oggetto di 2,5 masse solari si avvicinasse al sistema solare, i pianeti esterni comincerebbero a spostarsi ben prima che raggiungesse l’orbita di Plutone. Durante l’avvicinamento quelli dalla sua parte comincerebbero a schizzare via. In particolare, se un corpo di 2,5 masse solari fosse passato a 35 milioni di km dalla Terra (come hanno fatto i resti della Elenin) questa sarebbe già stata sparata a una velocità incredibile nello spazio interstellare.

Buchi neri nella Terra di Mezzo

Disco di accrescimento di un buco nero che
cannibalizza una stella

Il secondo punto riguarda i comportamenti esotici di un buco nero. Come ho già scritto altre volte, un buco nero non è un aspirapolvere cosmico, come vorrebbe la sua interpretazione cinematografica. La sua capacità di attrarre altri corpi da una certa distanza è la stessa di un corpo di pari massa. Se i Sole si trasformasse all’improvviso in un buco nero, dal punto di vista gravitazionale per la Terra non cambierebbe nulla.

I comportamenti relativistici avvengono solo in prossimità dell’orizzonte degli eventi, quella superficie immaginaria all’interno della quale nemmeno la luce riuscirebbe a sfuggire alla gravità del buco nero. Quì sì, che avvengono cose “strane”. Per esempio, la materia che vi precipita subisce un’accelerazione spaventosa, ben superiore a quella sperimentabile negli acceleratori di particelle. Buona parte di questa materia decade, trasformandosi in luce, in fotoni ad alta energia (raggi X e gamma) e in raggi cosmici.

Questa “ciambella” luminosissima ed altamente energetica che circonda il buco nero si chiama “disco di accrescimento”. I quasar, tra gli oggetti più luminosi dell’universo, sono accesi da questo meccanismo.

In un ambiente come quello del sistema solare interno il vento solare è relativamente denso. Il disco di accrescimento del buco nero sarebbe dunque estremamente luminoso. Il buco nero avrebbe un vestito talmente scintillante da abbagliare chiunque, tranne quelli disposti a credere a certe fesserie. Per squarciare le tenebre che avvolgono le menti di certi fuffari non basta nemmeno la luce degli oggetti più luminosi dell’universo.

P.S. E se invece fosse … una stella di neutroni?

Si tratta di corpi compattissimi  (20/30 km di diametro circa) ma con una massa enorme, compresa tra 1,4 e 2,5 masse solari. Dal punto di vista della gravità vale quindi quanto detto per il buco nero. Per quel che la luminosità, guardatevi questa immagine.

Buchi neri nella Terra di Mezzo

La stella di neutroni nella Nebulosa del Granchio (M1)


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