Magazine Italiani nel Mondo
E' noto che tutte le citta' durante l'estate risplendono, e Buenos Aires non fa eccezione.
L'anno scorso la citta' non mi sedusse, questa volta invece, ne sono rimasta positivamente impressionata. Buenos Aires non e' bella, e' un gigante povero, caotico, senza regole, i prezzi di cibo e vestiti sono esattamente come quelli europei, l'economia e' fracassata, e tutto funziona male, il quaranta percento della popolazione e' povera, tagliata fuori anche dal sistema scolatico, e si riversa sulle strade come parcheggiatori abusivi, venditori ambulanti, lava-vetri, ladri. Le favallas, chiamate "villas", si espandono senza regole e senza controllo, dove poverta' e ignoranza sono l'anticamera a una pericolosissima arrogante criminalita', dove i poveri si sentono di avere un credito nei confronti dello stato e di coloro che sono economicamente benestanti, cosicche' occupano parchi, costriscono quartieri abusivi, si appropriano di cio' che vogliono. Due classi sociali si stanno delineando in maniera netta, non ci sono diritti, ci sono i figli del degrado, a cui non viene data la possibilita' di partecipare al banchetto della vita, e i ricchi, che si proteggono in quartieri chiusi, il tutto sotto lo sguardo attento della polizia, corrotta e criminale, che e' temuta dalla popolazione.
Eppure vive, eppure si muove, Buenos Aires ferita, malata, usata, abusata e dolorita ha un cuore enorme, una passione nascosta, una voglia di vivere esplosiva, anche se le nuove generazioni non ha hanno speranza, si sentono in un titanic, condotto da corrotti e delinquenti, anche se vivono in un paese a cui e' tolta l'illusione di un futuro.
Qui provo la stessa sensazione che mi attanaglia quando sono in Italia, la stessa pena, lo stesso dolore, vedendo un paese a ruota libera verso la rovina, quando in realta' potrebbe essere un Gran Paese, ma qui come in Italia, e' chiaro che se non cambia la mentalita' della gente, le cose non cambieranno. Purtroppo, ogni popolo ha il governo che si merita. Non esiste un comune senso civile, non esiste la voglia di fare le cose correttamente, vige la mentalita' del furbacchiotto, quindi socialmente e' apprezzato chi meschinello riesce a rubacchiare o a evitare di pagare, o approfittarsi in qualunque maniera del sistema e degli altri, invece di compiere con cio' che deve, dove la presidente viene vista come la causa dei mali, quando invece ne e' solo l'ultimo effetto, come Berlusconi.
Ci vorrebbe un Lula argentino, un presidente come fu quello brasiliano che alzo' nei suoi due mandati un paese inginocchiato in una potenza mondiale, che tolse 12 milioni di famiglie dalla poverta' che amo' il suo paese e lotto' per dare una dignita' al suo popolo. L'Argentina ha un disperato bisogno di un Lula, una figura con spalle ampie, che per lotti per dare dignita' a quel quaranta percento di popolazione che non ha niente, che punti sull'istruzione con coscienza che sia l'unica arma per contenere la criminalita', che rialzi l'economia e che regali la speranza di un futuro agli argentini. L'Italia, invece, non puo' piu' credere in nessun leader e deve cominciare a volare, cacciando quei morti novantenni al governo e facendo una nuova politica, senza soldi e con un sentimento civile, con gente giovane e con idee, distruggendo quel governo di buffoni e puttane che ci sta facendo affondare.
Eppur si muove, vive e respira, sorride, e si lascia guardare, colorito e descomposto, giovane e corrotto, il Sud America e le sue vene aperte..
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