Bufera a Salerno: a Matteo Renzi un voto ogni 15 secondi

Creato il 20 novembre 2013 da Tafanus

...in quel circolo doveva essere all'opera una banda di Supermen...  Non è facile... Non è assolutamente facile, in 15 secondi con partenza da fermo, entrare al seggio, salutare, tirar fuori i documenti. iscriversi se non si è già iscritti, pagare l'obolo, aspettare l'eventuale resto, entrare in "gabbina", votare, ripiegare la scheda, ringraziare e salutare... Ho fatto le prove sperimentali convocando i più giovani e atletici fra gli amici delle mie figlie. Niente da fare. Nessuno è riuscito neanche ad avvicinare quei tempi da Bolton...Non resta che ipotizzare...

Una banda di Supermen al servizio di Renzi e De Luca


SALERNO - Un voto ogni 15 secondi. È il caso limite fra quelli denunciati dal comitato Cuperlo. Riguarda uno dei circoli di Salerno città: 1401 voti a Renzi, 33 in totale a tutti gli altri; sei ore di apertura delle urne, dalle 15 alle 21 ; risultato: un votante sbrigato ogni 15 secondi.

Con casi come questo la seconda città campana è diventata ufficialmente il fronte della guerra congressuale del Pd. Tanto che il ricorso dei cuperliani, che chiedono l'annullamento dell'intero verbale provinciale, verrà discusso oggi dalla commissione di garanzia nazionale. Mentre a Salemo, negli ambienti del partito, si teme anche l'apertura di un fascicolo in Procura.
Non è contestabile in sè il successo di Renzi, che in Campania raccoglie il 51,8 per cento, seconda prestazione assoluta dopo il 53,6 delle Marche. Ma il «granaio» salernitano non è roba da poco: quasi 13.000 votanti, pari a circa il 4% dell'intero corpo votante nazionale. E nel capoluogo i voti superano quota 2600. Rapportata ai voti conseguiti dal Pd per la Camera nel febbraio scorso, la statistica cittadina corrisponde all' 11,25 per cento e quella provinciale al 9,5. La media nazionale dei votanti delle primarie rispetto alle politiche è invece del 3,6 per cento.
Insomma, a Salerno si vota tre volte di più che nel resto del paese. E il risultato è sempre bulgaro. Perché, come ricorda su Facebook lo stesso sindaco del capoluogo, il viceministro Enzo De Luca, a Salerno nel 2009 Bersani prese il 71 per cento, e ora Renzi è al 71,3. «Allora?», chiede provocatoriamente De Luca, come a voler dire che non c'è scandalo, non è cambiato nulla, il Pd è sempre quello, il suo. Finché ha scelto Bersani non c'è stato problema per l'ex segretario. Ora tocca a Renzi: 71,4 percento in provincia, addirittura 97,1 in città.
La sortita di De Luca suscita commenti degli internauti sul sito non privi di sarcasmo. C'è chi domanda: «Pure lei è diventato renziano? Trasformismo a 360 gradi». E chi rileva: «Vuol dire che al posto del giaguaro bisogna smacchiare il gattopardo». Ma De Luca non arretra: «C'è qualche lamentela, ma l'unico vero motivo di contestazione è il mancato gradimento del voto, e non sembra un argomento». E, proprio come un Renzi del sud, lui ormai ha l'intero establishment nazionale nel mirino: «L'avete visto Zoggia che comunicava i dati? Era vestito come un raccoglitore di funghi. Servono altre spiegazioni?».
(Fonte: Roberto Fuccillo - Repubblica.it)
20/11/2013

Peccato, davvero peccato. Noi il De Luca sindaco lo avevamo molto aspprezzato, senza neanche sapere se fosse bersaniano, renziano o cosa. Il "Sindaco più Amato dagli Italiani", succeduto a Renzi nella parte di Cucina Scavolini, era sindaco e basta, visto che ancora non esisteva l'esigenza si raccattare tessere al ritmo di 15" l'una. Ci sembrava un buon sindaco e basta.

Ora scopriamo che controlla oltre il 70% dei piddini di Salerno, e che li sposta come birilli dove vuole lui: bersaniani quando gli è convenuto, renziani adesso. E questo incredibile record di velocità che ridicolizza persino la linea TAV cinese da oltre 500 kms/h...

Ci siamo chiesti a lungo a cosa fosse dovuta questa strambata a 180 gradi. La risposta più semplice (troppo semplice) sarebbe stata quella di Flaiano ("... gli italiani sono sempre pronti a precipitarsi in soccorso del vincitore...")... No... troppo semplice, e troppo banale.

Poi, improvvisa, si è accesa la lampadinala lampadina. Renzi & De Luca si sono rivelati non già dei membri eminenti del "Nuovo che Avanza, bensì dei residuati bellici del poltronismo. Anzi, del "doppio-poltronismo".

Renzi era quello che "due mandati e poi tutti a casa". Bene, ora che volge al termine il secondo mandato renziano, non solo non parla più di andare a casa, e di tornare a fare l'organizzatore degli strilloni dei giornali filo-fascisti del gruppo Monti-Riffeser, ma ha già iniziato a teorizzare la liceità del doppio incarico: Sindaco+Segretario, e in prospettiva Segretrario+Premier. E il "tutti a casa dopo due mandati"? Ma era una battuta, suvvia! tutti sanno che a Renzi piacciono le battute e i renzini...

E qui si accende la lampadina... diversamente dalle mie ottimistiche previsioni, De Luca si è iscritto - appena ne ha avuto possibilità ew convenienza - al partito dei doppio-poltronisti. Anche lui. Sindaco di Salerno, come Renzi ex "Sindaco-Più-Amato-Dagli-Italiani", appena nominato sottosegretario nel Governo Letta, hja scoperto la bellezza della poltrona a due piazze, e non vuole mollarne nessuna. Allora chi promuovere, fra Cuperlo che predica contro i doppi incarichi, e Renzi che ne teorizza la bellezza? Provate ad indovinare. Fatto? Bene, avete indovinato.

E per chi si fosse perso i particolari della non commendevole storia, eccola, in tutto il suo squallore. De Luca, l'uomo dei recordi di velocità e di partecipazione alle "primariette", ha forse trovato in Renzi la sponda al suo mdoppio-poltronismo? Noi non lo sappiamo, e non facciamo ipotesi, per carità... Ma i fatti (che riportiamo in calce) parlano di un De Luca molto "resistente" a scegliere fra la poltrona di sindaco e quella di sottosegretario. Le due posizioni sono una stampella dell'altra. a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina...

Che delusione, caro De Luca... Tafanus


Enzo De Luca "Uno e Bino"

De Luca sindaco e viceministro, Antitrust avvia procedimento per incompatibilità
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto un fascicolo in virtù del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138 che recita: "le cariche di deputato e senatore, nonché le cariche di governo sono incompatibili con qualsiasi altra carica pubblica". L'esito sarà noto entro il 30 novembre (Fonte - Vincenzo Iurillo - Il Fatto - 07/10/2013)
E ora anche l’Antitrust entra di diritto nell’elenco degli “ossessionati” dal doppio incarico di Vincenzo De Luca. L’authority garante della concorrenza e del mercato presieduta da Giovanni Pitruzzelli ha aperto un procedimento sulle due poltrone del sindaco Pd di Salerno e vice ministro alle Infrastrutture e ai trasporti. Per contestare a De Luca una materia di loro competenza, la violazione della legge Frattini sul conflitto d’interesse. Violazione che va ad aggiungersi al mancato rispetto del decreto legge del 2011 sull’incompatibilità tra le cariche elettive monocratiche e i ruoli di governo nazionale.

De Luca, scrive l’Antitrust sul proprio bollettino, verrà sottoposto a un procedimento che dovrà concludersi entro il 30 novembre. Potrà accedere agli atti e controbattere presentando memorie e documenti per sostenere le proprie ragioni.
Per essere precisi, l’Antitrust attribuisce a De Luca il ruolo di “sottosegretario”, evidentemente non ritenendo perfezionato l’iter di nomina a vice ministro. E fa riferimento a questa qualifica quando fa pervenire a De Luca una lettera datata 13 agosto con la quale “invita” il sindaco di Salerno a sciogliere il nodo dell’incompatibilità entro 30 giorni. De Luca risponde l’11 settembre con una comunicazione dilatoria, con la quale informa l’Autorità “che, nella seduta del 2 settembre 2013, il Consiglio comunale, non pronunciandosi definitivamente sull’incompatibilità, ha demandato la questione alla Commissione consiliare permanente “Statuto”, al fine di esprimere “il relativo parere in argomento, riservando, all’esito, le successive determinazioni di questo consesso”.
L’Antitrust non si è accontentata di apprendere che l’amministrazione comunale di Salerno sta tergiversando, ed è andata avanti: “Alla scadenza del termine indicato dall’Autorità, il dott. De Luca – si legge nel bollettino – non ha provveduto a risolvere l’incompatibilità pendente”. Di qui la delibera di avvio del procedimento.

Ma cosa rischia De Luca in concreto? Sostanzialmente nulla. L’Authority, come ha spesso ricordato il presidente, non ha poteri sanzionatori in merito a vicende come quelle che stanno attraversando il sindaco-viceministro. Sono altri gli organi che possono mettere fine a questa situazione.

De Luca non intende dimettersi da sindaco, trascorre gran parte della settimana a Roma in attività collegate al suo ruolo governativo, punta a ottenere deleghe che rendano pienamente operativo il suo incarico di viceministro, e ha rimesso al consiglio comunale di Salerno le decisioni sull’iter di decadenza dalla carica di primo cittadino. I consiglieri salernitani non sembrano particolarmente contenti di deliberare il proprio autoscioglimento e il ritorno anticipato alle urne.

Insomma, tutto fermo. Un ristagno che forse l’intervento dell’Antitrust riuscirà a smuovere verso una decisione definitiva. In un verso o nell’altro.


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