COME DUE COCCODRILLIdi G. Campiotti (1994)
Un film su un bambino e un padre e una madre che non c'è più. Un film su un ritorno dopo anni vissuti a Parigi, su un ritorno dove tutto aveva avuto inizio: sul lago di Como. La mia è una terra da cui molti vogliono scappare. Alcuni lo fanno perché possono, altri lo fanno nonostante tutto; alcuni non lo fanno perché non ce la fanno, altri non lo fanno perché non possono. Ma è una terra che mette alla prova, soprattutto tra i venti e i trent'anni. Ma se si scappa non si risolve. Ad un certo punto bisogna tornare per pareggiare i conti, per tirare una linea o per aprire una nuova strada. I ritorni in fondo sono importanti tanto quanto le fughe.E così il protagonista del film cerca di dipanare la propria vita tra le nebbie del lago d'inverno. Che io amo tanto, ma che non riesco a gestire se non in piccole dosi. Racconta il suo ritorno con un gioco di flashback. E' un film, di nuovo, che racconta molto bene l'essere bambini e non a caso Campiotti è laureato in pedagogia. Gli scorci del film me li ritrovo nelle mie tasche, chiamo i paesi, ricordo i ciottoli delle vie, e ammiro il mio lago per quello che è, non per quello che lo vogliono far diventare (lagliocity). Ah, dimenticavo: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Giancarlo Nannini. E scusate se è poco.... (devo dirlo, devo dirlo.... Bentivoglio-Giannini 0-1!!!!)
Ecco l'incipit:
Ecco perché al parto la cantavo....Mamma al bambino: "Non ti preoccupare, noi due siamo forti..."Bambino: "Come i due coccodrilli?"Mamma: "Come i due coccodrilli!"