Fin dal principio, a cavallo di ogni rientro in Italia ci è piaciuto ritagliare del tempo per noi tre e dedicarlo alla visita di una qualche località bulgara che fosse di strada tra Burgas e l’aeroporto di Sofia. Questa è stata la volta di Plovdiv. Siamo arrivati a Plovdiv un pomeriggio di metà dicembre per poi ripartire intorno all’ora di pranzo del giorno seguente. Dovrei dedicare due post a questa città: uno scritto da quella Me tra i 25 e i 30 fidanzata, neolaureata, nel clou di quel periodo della mia vita che scoppiettava tra tribunali, cancellerie, biblioteche, studi legali, conferenze, incontri, colloqui, nuove conoscenze, caccia ad opportunità, ma soprattutto aperitivi, cenette, amici, teatri, concerti, week end in giro per l’Italia e chi più ne ha più ne metta! Ecco, per quella Me, che esiste ancora – sia chiaro – è soltanto un pochino a riposo, Plovdiv è una città deliziosa. Ideale per passare un week end romantico e divertente, senza farsi mancare pasti sfiziosi e visite culturali di un certo livello. Stiamo parlando di una città universitaria dinamica e giovane, pari a Sofia quanto ad offerte culturali ed intrattenimenti. Persino la scuola di pittura bulgara, che vede il suo massimo splendore intorno agli inizi dell’800, continuerà a coltivare talenti nei numerosi atelier dell’antico centro di questa città. E’ famosa, a Plovdiv “la notte delle gallerie”: quell’unica notte di ogni anno in cui tutte le gallerie d’arte, generalmente alloggiate in palazzine liberty dagli esterni coloratissimi e con interni dipinti e decorati da stucchi e legni intarsiati, espongono tutte le loro opere al pubblico. Le guide ne parlano, e sui siti internet si può trovare la data che immagino vari di anno in anno, sempre entro i mesi estivi. Passeggiare per il centro storico di Plovdiv è un piacere. Pur essendo abbastanza esteso, è completamente chiuso al traffico. Si erge su sette colli, ed abbraccia un odeon romano, uno stadio romano (un piccolo circo massimo, per intenderci), il foro romano e delle rovine di un insediamento trace risalente al 5000 a.C. Il tutto si può magicamente ammirare in un sol colpo dall’antico teatro romano che invece si trova sulla cima di uno dei colli, che si è conservato benissimo, come gli altri ritrovamenti, e che viene frequentato regolarmente dagli abitanti della città e dai turisti che accoglie. Ed al suono della parola “accoglienza” mi risveglio e proseguo il racconto rientrando nei miei panni attuali: quelli di una mamma (una coppia di genitori) con un bambino piccolo, allegro, sorridente, poco problematico, abituato ormai agli spostamenti (facendo due conti ci siamo resi conto che il Piccolo Esploratore ha alle spalle più voli che mesi) ma con pur sempre solo 15 mesi di vita e con delle esigenze tutte sue che sono dei diritti. E che a nessuno venga in mente di negarglieli! Ecco, contrariamente a quanto scrissi di Sofia in questo post, Plovdiv si è rivelata una città decisamente baby-unfriendly. Arrivati in hotel, un 4 stelle con una posizione di un certo livello su tripadvisor ed altri siti affini, non era munito di lettino per bambini. Gli alberghi, anche i meno blasonati, sono muniti sempre di almeno un lettino da campeggio. Potrebbe capitare che siano tutti già impegnati, ma qui la presenza di un bimbo piccolo non era nemmeno contemplata. Ciliegina sulla torta: il letto matrimoniale, in realtà era un letto da una piazza e mezza che, capirete, per quanto soffice e accogliente, per due persone e un piccolo Tazmania nel mezzo…beh, diciamo che lo augurerei solo a persone antipatiche. Però giù al bar c’era un vasto e sfiziosissimo assortimento di the e tisane. Prima della nanna, c’è stata la lunga passeggiata pomeridiana tra le strade ricche di lucine ed addobbi natalizi. Poi, all’orario, ci siamo indirizzati verso il ristorante che avevamo scelto per cenare. Era pieno. Ci hanno gentilmente invitati a sceglierne un altro. Così ha avuto inizio il nostro tour per tutti ristoranti e trattorie delle vie di tutta la zona pedonale. Tutti pieni o per fumatori. a Burgas, finita la stagione estiva è difficile trovare persone a spasso dopo una certa ora… La cosa curiosa è che in nessun posto hanno contemplato almeno l’idea di farci attendere chessò, 10 minuti? 20? Il tempo di far liberare un tavolo per due persone… NIET! Alla fine abbiamo trovato un posto. Carino, devo dire…non ricordo neanche il nome… non avevano un seggiolone, ovviamente. Bimbi piccoli? non a Plovdiv! Il piccolo Esploratore era stanco e aveva fame non meno di noi! Tra questo e ‘avere l’accortezza di prenotare prima, ci saremmo accontentati di una via di mezzo. La mattinata era fredda ma splendeva un bel sole ed il cielo non lo vedevamo così azzurro da mesi! Forse è per questo che non ci siamo arresi nonostante la stanchezza accumulata tra le avventure di cui sopra, di fronte alle stradine tortuose, acciottolate, scoscese, frastagliate che abbiamo seguito fino in cima al colle, per vedere il teatro ed il bel panorama. Per darvi un’idea, il Piccolo Esploratore ha preferito scendere dal passeggino e camminare sui suoi piedini o su quelli del papà. La discesa non ‘è stata meno turbolenta, ma ci siamo premiati sedendoci ai tavolini di uno splendido bar di tradizione turca, nella piazza assolata del centro, vista antico odeon. Che dirvi, vi lascio alle foto (sempre quelle mie, amatoriali ma piene di ammoore).
A ripensare a tutto questo ancora ridiamo. E il perchè dovreste averlo imparato:
La vita è un’estate! Anche a Plovdiv!
Chiesa di San Dimitri Dipinto di San Nicola Il caffè turco Il caffè turco