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bulimia ed anoressia creative

Da Denait @denait

bulimia ed anoressia creativeCosa regola gli appetiti creativi di uno scrittore wannabe? A parte il caldo, intendo. Perché diamine un giorno si riesce buttare giù venti cartelle perfette mentre il giorno dopo tre righe che a rileggerle tempo dopo ti viene voglia di prendere il diploma di terza media e farne un gioioso fagotto? Una faccenda interessante alquanto, specie se uno si è prefisso degli obiettivi e delle scadenze.

Il buon S. King millanta nei suoi libri di scrivere almeno 20.000 parole al giorno. Io non credo di riuscire neanche a pronunciarne la metà.

Poi lui è un genio ed io un fesso, ed è probabilmente il motivo decisivo nonché la chiusura del cerchio.

Ho notato che un ruolo decisivo nella voglia di scrivere “la radice del rovo” è stato l’entusiasmo: entusiasmo sull’onda del successo di un’amica che mi ha contagiato e convinto a riprendere il mano penna e calamaio. (Poi li ho buttati via, che si scrive meglio col PC). Entusiasmo nel vedere che la storia filava, i personaggi erano belli vivi (almeno finché non li facevo fuori). Insomma, sto riscoprendo l’acqua calda.

Invece il mio secondogenito va a rilento, probabilmente perché i due schiaffoni arrivati tramite mail dai miei potenziali editori con due bei “non siamo interessati” mi hanno strappato l’entusiasmo dal cuore come farebbe un contadino incazzoso con delle erbacce infestanti che gli stanno insozzando l’orticello e minacciando la rucolina da taglio. Quanto la odio la rucolina.

E a parte questa magnifica e mirabolante scoperta dell’acqua calda? Gli impegni ci mettono del loro, indubbiamente, ma se uno lo vuole veramente, il tempo lo tira fuori, se fosse il caso anche sottraendolo dall’espletazione di funzioni fondamentali come mangiare, dormire, defecare o chissà che.

Magari ecco, il sesso in questo caso teniamolo da parte…



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