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Bulimie

Creato il 16 marzo 2011 da Sandalialsole
Ieri l'avrò sentita almeno tre volte per radio l'ultima boutade di Bon Jovi e ancora stamattina c'era un tizio che ne parlava. Il b[u]on Jon Bon, per farla breve, se l'è presa con Steve Jobs perché ha ammazzato con iTunes l'industria musicale. Un po' come i nostalgici del libro che fruscia ce l'han su con gli ebook, anche lui rimpiange il bel tempo andato in cui ci si perdeva fra le copertine dei negozi di dischi, in cui si godeva del preascolto e altre amenità del genere. Per me iTunes e i suoi fratelli hanno avuto il pregio di consentirmi di scaricare anche un brano alla volta, senza impormi l'acquisto/ascolto di album interi dei quali avrei magari scartato la metà dei brani. E questo è stato un gran bel cambiamento, ben al di fuori della logica dei singoli, gestita a discrezione delle case discografiche.
Ma c'è un altro altro aspetto che il b[u]on Bon Jon trascura e che invece a me inquieta. Ed è la bulimia. Per quale motivo dovrei avere quindicimila, ventimila brani musicali sul mio player? Non mi basterebbero due anni di ascolto ininterrotto per sentirli tutti. Una volta, e non è nostalgia canaglia questa, l'acquisto di un disco era cosa da salvadanaio, da mance risparmiate, da regalo di compleanno, da scelte oculate, spesso sofferte, da condivisione con gli amici, tu-questo-io-quello-poi-ti-faccio-la-cassetta. Da selezione. Certo, gli impallinati ci son sempre stati, ma forse eran più cultori. O così mi piace credere. La sensazione che ho ora è proprio quella della grandeur, che spinge fin da bambini a chiedere l'accroccio per poter scaricare sul gameboy o sulla play migliaia di giochi, naturellement craccati. Ma con quanti ragionevolmente si potrà giocare? Due? Tre? Dieci? Cento di sicuro no. Poi arrivano gli mp3 e ancora si corre a fagocitare l'inverosimile, in una sorta di supersize me musicale. Con gli ebook temo sarà lo stesso. Con la differenza, non irrilevante, che la lettura di un libro richiede qualcosina di più di tre canonici minuti.

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