Scusate se la mia ignoranza non è pari a quella di altri, ma più volte mi sono chiesto perché l’Azienda Siciliana Trasporti spa debba essere considerata “sull’orlo del baratro” e a “rischio di chiusura”. Un’Azienda che nel bene e nel male è andata sempre avanti da 65 anni e che parrebbe avere 18 milioni di debiti, vantando, però, 34 milioni di crediti nei confronti non di un tizio qualunque ma, pensate bene, da un Ente prestigioso qual è la REGIONE SICILIANA (fra l’altro titolare del 100% della Società stessa) a me sembra, piuttosto, un organismo in piena salute non bisognevole, pertanto, dall’immissione di “denaro fresco” da parte di un chiacchierato imprenditore che vorrebbe intrufolarsi nella proprietà forte dei miserabili 75 mila euro “investiti” per l’acquisizione del 49% della minuscola partecipata Jonica Trasporti….
A questo punto mi sorge il fondato dubbio che gli autobus fermi per mancanza di gasolio, i servizi sospesi, gli straordinari aboliti, gli stipendi e gli arretrati pagati in ritardo, i fornitori non saldati, i finti risparmi e facezie del genere altro non siano che aspetti di un preordinato e diabolico piano tendente a far risaltare l’assoluta mancanza di liquidità che impone l’arrivo di un imprenditore che risolva in un sol colpo le difficoltà congiunturali della Società e che assuma le vesti di “Salvatore della Patria”.
Tutto ciò contrasta con il risultato recente del quesito referendario che ha sonoramente bocciato, seppellendola con 27 milioni di voti, l’ipotesi della “privatizzazione” dei servizi pubblici locali (trasporti compresi) di cui il Governatore Lombardo sembra non tenere (non si sa bene a che titolo) assolutamente conto.
Quello che risulta ancora più grave è il fatto che (disinteressatamente ?) la tesi sia sostenuta dagli attuali Amministratori e Dirigenti della Società, dai Sindacati operanti in Azienda e, perfino, dagli Operatori della Società che, oltre a “non poterci fare niente”, oltre a non ascoltare i drammatici appelli lanciati in continuazione dal Sindacato Dipendenti Ast e dal sottoscritto, s’illudono che, con la “trasformazione” della Società da “pubblica” a “privata”, gli stipendi tornino ad essere elargiti con regolarità, gli straordinari vengano ripristinati, l’integrativo rinnovato e rimpinguato, le “aspettative di carriera” ripristinate e, infine, riammessa l’assunzione di nuovo personale che comprenda i propri figli, fratelli, generi ed affini (come da promessa dei Sindacalisti che, con tale stratagemma difendono le traballanti deleghe possedute….).
E’ questo un bel “libro dei sogni” perché altre vicende similari (che con dovizia di particolari ci propongono quasi giornalmente i talk show televisivi) ci dipingono la realtà in maniera diametralmente opposta: licenziamenti, cassa integrazione (recentemente approvata anche per il settore), trasferimenti obbligati, sono all’ordine del giorno nel settore “privato” mentre non si sono mai conosciuti nel “pubblico”.
Nel fare gli auguri di “Buon 2012” mi permetto, pertanto di escludere da tale auspicio chi “lavora” per la chiusura o la vendita o la trasformazione dell’Azienda e anche chi, fra i colleghi, coscientemente o per paura o per viltà asseconda il progetto limitandosi a “leggermi” o anche ad incitarmi “ad andare avanti” senza trovare, però il coraggio morale e civile di associarsi a me e al Sindacato che rappresento restando semplicemente alla finestra ad attendere che altri gli tolgano le castagne dal fuoco e lasciandomi solo a contrastare il diabolico piano che ha già prodotto (ed altri ne produrrà, a breve) guasti irreparabili sia economici che normativi che vanno ad intaccare il proprio bilancio familiare falcidiato contemporaneamente dall’introduzione di aumenti di ogni genere e di nuove tasse e balzelli, introdotti dall’attuale Governo, che spinge l’ex ceto medio nell’inferno dei “nuovi poveri”….
Intanto, i responsabili del “concorso esterno in associazione….trasporto”, se la ridono, ingrassano a tutto pensando fuorchè alle mutate e miserevoli condizioni dei propri amministrati !