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Buon sanguinolento thriller

Creato il 28 dicembre 2012 da Annalife @Annalisa
Sanguinolento thriller

Sanguinolento thriller

Preso perché 1) era in offerta a meno di due euro; 2) ho confuso Lee Child con Lincoln Child (della premiata ditta Preston & Child).
Mi ero già persino immaginata l’inizio della recensione, con tutto un discorso su Child che senza Preston cambia ambiente, stile e contenuti. Grazie, sì, è un altro…
In ogni modo, un bel thriller, con un bel personaggio, non immediatamente simpatico, ma poi ti ci affezioni (se dimentichi che farà un film con la faccia di Tom Cruise), un grande incipit, e una trama ben condotta, nonostante i cedimenti qui e là.
A parte, anche, certe grandiose coincidenze, che il protagonista cerca di farci comunque digerire (se lo dice da solo: “oh, ma che coincidenza, eppure è successa”, “ah, ma che straordinaria coincidenza, eppure vedi che è capitata”, e se lo dice lui, chi siamo noi per dubitare?), a parte certi trucchetti [*] narrativi un po’ troppo scoperti, mi è piaciuto molto.
Mi è piaciuta l’ambientazione (profonda provincia americana, di quelle stile paese da corsa all’oro poi abbandonato quando l’oro non c’è più); mi sono piaciuti i personaggi, persino la poliziotta (anche se fa gli occhi dolci al protagonista imprigionato perché capisce subito che è il protagonista e sta dalla sua parte) e di sicuro Finlay (capite voi chi è e da che parte sta), e persino un personaggio secondario, ma secondario-chiave, come Hubble. Mi sono piaciute persino le divagazioni (quella su Blind Blake, ad esempio), e l’idea di fondo che muove un thriller pieno di violenza (astenersi anime delicate) e di ammirazione per un figlio di militare, a sua volta militare messo fuori squadra (ma se era così bravo, perché lo hanno fatto fuori?), disoccupato che prende coscienza di quanto la libertà (anche senza un soldo, senza una casa, senza niente) sia in fondo meglio di prima. Un ex-militare addestratissimo, bravissimo, pieno di forza, determinazione, intuizione, capacità di deduzione, e ogni altra –zione che volete applicargli. Uno che sembra volersi fare solo i cazzi (excusez-moi) propri, ma poi salva il mondo, più o meno; uno che si è fatto una sua morale, e la usa: te ti ammazzo perché sei cattivo, te ti salvo perché in fondo in fondo sei buono, te ti amo perché sei bellissima e bravissima e buonissima. Se riuscite a sopportare tutto questo, e anche i trucchetti [*] di cui sopra (e qui sotto), vi trovate in mano un buon libro, ben scritto, senza fronzoli (perché qui i fronzoli sarebbero sprecati) e con la capacità di fare incuriosire per un finale che è scontato, forse, ma finché non ci arrivate riesce a farvene dubitare.

[*] ad esempio, se per dieci pagine, ogni volta che nomini lo scomparso Ciccio, mi spieghi che di sicuro è morto, io comincio a credere che, invece, non sia morto affatto; se per cinque o sei volte, ogni volta che compare un furgoncino (mettiamo) rosso, nuovo e lustro, mi fai tremare perché lì sopra c’è uno dei cattivoni, quando compare la settima volta e tu mi dici: ah, no, figurati, di furgoncini nuovi, rossi e lustri c’è piena questa parte dell’America, stiamo tranquilli, col cavolo che sto tranquilla!



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