Magazine Famiglia
Uno fa presto a dire "buonanotte", ma non è affatto pacifico che la notte sia buona. Le notti, infatti, sono sia buone che cattive. Ci sono notti da incubo e notti da sogno. E sonni con incubi e sonni che hanno sogni fatati. Ci sono persone che non vorrebbero mai dormire, per godersi la vita, possibilmente tutta, in modo vigile. E persone che vorrebbero dormire sempre, per dimenticare le proprie tragedie o per sognare di meglio. Ci sono sogni che assomigliano alla realtà e sogni a cui vorremmo la realtà assomigliasse, mentre siamo in fuga dalla nostra, quella vera e che, quando siamo svegli, ci insegue col fiato sul collo, a volte proprio fino al letto. Ci sono sonni da cui esci non solo ristorato, ma addirittura rinato, e sonni che, quando ti svegli, sei più stanco di prima che andassi a letto. Ci sono sonni che assomigliano all'aldilà e risvegli che sembrano una rinascita, mentre il letto è un grande e caldo corpo materno. Ci sono risvegli con l'amaro in bocca e risvegli con il terrore nelle pupille. Ci sono risvegli che ci regalano un sorriso, appena apriamo gli occhi.
Ognuno ha il sonno che vuole e il sonno che si merita. Io ho il mio: un sonno interrotto, come quello di un neonato e come quello di un bambino di quasi quattro anni. Il mio sonno vaga da un letto all'altro e, da questo, all'altro ancora. Dal mio letto, a quello del mio figlio maggiore, alla culla dell'ultimo nato. Ognuno di loro mi chiama, nel sonno, a modo suo. E io, come una barca in mezzo a un mare buio, tocco porti e sponde ogni volta nuovi nel corso del mio viaggio notturno. Sono un esploratore, di notte, e un naufrago. Sono un profugo che ha lasciato per sempre il suo letto, ma anche un marinaio che ha trovato un tesoro su un'isola deserta. Il mio sonno è nomade e tale che mi sveglio non appena sento una nota stonata nella melodia regolare di un respiro notturno. A volte faccio confusione, scambiando per il pianto di un bambino il miagolio di alcuni gatti, giù nel cortile. Altre volte, ascolto lamenti che mi sembrano reali e che invece sono soltanto il frutto della mia immaginazione.
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