Magazine Diario personale

Buonanotte, fiorellini

Creato il 01 settembre 2013 da Lavostraprof
il freddo dentro

il freddo dentro

Avevo delle alternative? Alternative alla delizia di tornare qui sul blog a riempire l’aere di stupidaggini personali e professionali?
Sì, le avevo.
Uno: stirare due macchinate di roba scura. La rinuncia allo stiro non è dovuta a cattiva volontà (da quando mi guardo i telefilm della serie Luther mentre stiro, sono diventata una stiratrice ammirevole e dedita), ma al fatto che il maritino ha infornato la seconda crostata. Ora, prima di elevare al cielo lodi, inni e cantici molto poco spirituali, tenete presente che è tutt’estate che cerco di rifare la dieta delle mele, e il maritino ricambia con pesche al cioccolato e amaretto, e due crostate. Comunque, non so a casa vostra, ma a casa mia quando c’è acceso il forno, se accendo anche la stiratrice salta tutto. Perciò, per ora, niente stiro, niente Luther.
Due: preparare le prove di ingresso che ho colpevolmente rimandato fino a oggi, e non vale il fatto che le darò tra due o tre settimane; se le avessi già pronte potrei rivederle, metterle in ordine, arricchirle, semplificarle, farle in settantatré copie di diverso livello per i miei BES, e così via. Comunque, ho qui di fianco, ammonticchiati sulla stampante, diversi volumi di questa o quella guida illuminata che guideranno (essendo guide) i miei passi sulla via delle prove; più tardi, magari. Ma ve l’ho detto per dire che era un’alternativa.
Tre: fare spazio sul letto, che pare il campo di Borodino dopo la perdita del ridotto di Ševardino ma senza la speranza che animava il generale Kutuzov di farcela ugualmente. Io non credo di farcela. Dovrei spostare: il pacco di roba (vestiario) inutilizzata da dare via; il pacco di documenti famigliari trovati mentre mettevo a posto, il pacco delle duecentotrentasette calze dei figlioli da impariare (e vi sfido a impariare un numero dispari), la pila di magliette che si potrebbe non stirare, la pila di magliette che si stireranno le figliole, se vorranno, se no, amen, le mettono così come sono, la pila di magliette messe per mezz’ora che mi guardano incerte sul loro destino. Comunque, essendo io qui a scrivere, l’alternativa tre, capirete, è già stata accantonata. Meno male che il maritino tende ad addormentarsi sul divano mentre guarda come si fa il cibo che mangiamo e come si costruisce uno stuzzicadenti, così che mi sa che stasera lo lascerò là e amen.
Quattro: finire assolutamente un articolo di qualcosa di poco importante ma che forse mi verrà pagato (costringendomi a fare il 730 l’anno prossimo e a pagare in tasse più di quanto mi pagheranno per la scrittura, ma comunque ho promesso di farlo, quindi lo devo fare). Mi viene il vomito solo a pensarci.
Cinque: andare in cucina a spostare l’asse da stiro e la roba da stirare perché a quest’ora mica mi posso mettere lì a cominciare, visto poi che il forno, comunque, sta ancora andando.
Sei: sistemare il sito della scuola perché, anche se magari quest’anno non mi pagheranno per le ore fatte, vederlo lì, triste e solitario, senza l’annuncio che la scuola sta ricominciando e che è ormai arrivato il calendario degli impegni di inizio anno e quindi prendere nota, grazie, ed essere presenti e puntuali, ecco, mi sembrava brutto. Infatti questo, voi non lo sapete ma io sì, sono andata a farlo, prima di tornare qui.
E il punto sei, e parlare di scuola e impegni di inizio anno, e pensare che ci sarà la riunione della Capa Torta coi coordinatori dove diremo e sentiremo le cose che diremo e sentiremo il giorno dopo nel collegio docenti per prepararci agli incontri per disciplina dove preparare le prove di ingresso e dire le stesse cose che diciamo ogni settembre, ecco, tutto questo mi ha messo una malinconia addosso che già mi pento di aver parlato di delizia là per aria.
La coperta è gelata, l’estate è finita.

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