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Inutile sottolineare lo scompiglio nella vita di Andrea che creano i nuovi arrivati....che fare?
Buongiorno papà è la seconda regia di Edoardo Leo, che si riserva anche il ruolo di Paolo , anche in veste di cosceneggiatore assieme a Massimiliano Bruno , il re Mida della nuova commedia italiana.
Ha l'ambizione di fornire un ironico spaccato generazionale con tutti i contrasti che mette in luce ma alla fine si rivela il solito farlocco scimmiottamento della realtà, più falso di una banconota da tre euro.
E qui è necessaria una piccola chiosa: sinceramente ne ho le tasche piene di questi film che hanno la pretesa di guardare alla realtà descrivendone alcuni suoi aspetti per poi rivelarsi più fantascientifici dell'Avatar di turno.
E , purtroppo, il cinema italiano affetto da commedite acuta e in crisi creativa profonda , qualcosa che sta assomigliando sempre più a un coma irreversibile, è ormai pieno di questi film che taroccano la quotidianità.
Qui abbiamo protagonisti tipizzati in modo da incarnare alla perfezione uno stereotipo che vengono contrapposti gli uni agli altri: lo sciupafemmine superficiale che fa un lavoro fatto solo di esteriorità ( il product placement nei film che qui viene esagerato grazie a questo espediente) , l'idealista sfigato che non si sa come faccia a sopravvivere, l'ultracinquantenne ( ma forse anche ultrasessantenne), ex rocker , fermo agli anni '70 in cui riscuoteva un certo successo col suo gruppo da balera di quarto ordine, una diciassettenne figlia di un padre che si dimostra molto più infantile di lei, una prof di ginnastica che elargisce aggratis perle di psicologia spicciola manco fosse una psicoterapeuta.
Tutto con la pretesa di essere realistico o almeno verosimile e che invece si rivela la solita favoletta da raccontare agli spettatori sprovveduti che vengono trasbordati su una sorta di mondo parallelo che non ha nulla in comune col mondo in cui realmente si vive ogni giorno.
Buongiorno papà è il classico film cerchiobottista che si rivolge a tutte le generazioni: ai quarantenni col complesso di Peter Pan, agli adolescenti che hanno problemi con i genitori e anche a tutti quelli in cerca di una svolta.
Tutto girato con stile molto soft, con ritmo blando e stanco e a nulla servono le schitarrate di Giallini, l'unico che sembra veramente credere in quello che fa ed è un paradosso che il suo sia il personaggio più off limits di tutti.
A parte qualche gag ben assestata, ma si contano sulle dita di una sola mano, Buongiorno papà ha le sembianze del solito romanzetto di formazione con la sola variante che stavolta chi deve crescere è il padre e non la figlia.
Un po' poco e un po' troppo tardi.
( VOTO : 4 / 10 )
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