Buoni, Buonarielli o Bonari? Lezioni di leadership da Aristotele

“Colui che si adira per ciò che si deve, con chi si deve e per quanto tempo si deve viene lodato; costui dunque sarà un uomo bonario” Etica Nicomachea.

Dunque per il maestro Ari il bonario non è colui che non si arrabbia mai ma quello che si adira quando, con chi e per quanto tempo si deve. Facile a dirsi ma a farsi….del resto per Aristotele la bonarietà è una virtù e come tale va esercitata e da questa, insieme ad altre, dipende la felicità (cfr. post….)

Continuando a leggere l’etica nicomachea lo spunto che ho colto è che per cominciare a vivere questa virtù bisogna cominciare a capire che tipo di “incazzoso” sei. Vi riporto di seguito i tipi individuati dal filosofo:

“Irascibili, costoro si adirano rapidamente e con chi non si deve e per motivi per cui non si deve e più di quanto si deve ma la loro ira rapidamente cessa: questo è il lato più bello del loro carattere. Questo accade loro perché non trattengono l’ira”.

“I collerici, sono eccessivamente vivaci e si adirano contro tutti ed in ogni occasione”

“I rancorosi sono difficili da riconciliare e restano adirati per molto tempo, giacché trattengono l’impulso ma la quiete ritorna quando abbiano reso la pariglia: la vendetta fa cessare l’ira producendo in loro un piacere. Se questo non avviene sentono il peso del risentimento. Questi uomini sono molto molesti a se stessi e agli amici.”

Adesso che ci sono chiari i tipi (e credo che ognuno di noi si riconosca, magari a tratti, in un tipo o in un altro) dobbiamo cominciare a lavorare per conquistare la virtù della bonarietà. Ecco qualche suggerimento easy easy…

Sei Iracondo? Conta fino a 10

Sei Collerico? Fai fino a 20…

Sei rancoroso? Qualche volta non contare e butta fuori subito l’arrabbiatura

Per tutti: pensare alle conseguenze delle proprie sfuriate su se stessi il contesto che ci circonda e la nostra reputazione è un buon rimedio.

Mi piace molto questa virtù perché se esercitata rende la vita migliore a chi ci circonda!
Buon lavoro su voi stessi

Ugo

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