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Burkina Faso / Un cardinale di nuova nomina per il Paese degli "uomini giusti" /L'ha voluto Papa Francesco

Creato il 15 gennaio 2014 da Marianna06

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Chi è Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou, principale città del Burkina Faso, e oggi cardinale di recentissima nomina ?

E’ un uomo che, tanto politicamente parlando che per la guida delle anime della Chiesa burkinabé, esige, e senza fare sconti, candidature di persone effettivamente disposte a mettersi da subito, con onestà di intenti, al servizio della propria comunità.

Una comunità complessa, anche perché multiculturale, come sappiamo essere  quella del  Burkina Faso (molti residenti ,infatti, sono immigrati provenienti dai Paesi confinanti).

Una multiculturalità(molteplici etnie) che,  gestita bene, escludendo le solite ruberie, male endemico delle potenti e indiscusse classi dirigenti africane, può dare ottimi frutti nella collaborazione per la risoluzione di parecchi problemi.

 E questo in quanto anche la pluralità religiosa (cristianesimo, islam o religione tradizionale ) laggiù non fa problema- come sottolinea il cardinale.

Qualche intolleranza c’è- aggiunge-  ma è poca cosa.

C’è semmai – egli prosegue- apertura e tolleranza reciproca tra le differenti comunità e non come è accaduto e accade con il fondamentalismo islamico in Mali, in Niger o, peggio ancora, in  Nigeria con Boko Haram.

Non è raro, compresa la famiglia dello stesso cardinale ( parliamo di famiglie estese africane), che  in uno stesso nucleo  ci  siano componenti cristiani e componenti musulmani e che tutti si rispettino e, in occasione delle diverse festività religiose, addirittura si facciano visita.

I problemi di natura sociale, che sono tantissimi, in particolare nelle città (elevata disoccupazione, aids diffuso,bambini orfani e ragazzi di strada) preoccupano la sua persona e   non fa mistero che gli uomini e le donne di chiesa devono, a suo parere, spendersi in toto per affiancare i bisognosi di aiuto ma,accanto al clero, occorre anche  il coinvolgimento del mondo laico cristiano.

Creare  cioè delle comunità di base che prediligano la solidarietà concreta.

Senza proporsi affatto politicamente ( anche se il mondo politico deve essere seguito, comunque, nelle decisioni che prende e criticato apertamente, quando è necessario).

Sopratutto se  la politica lede i diritti dei poveri e degli indifesi la Chiesa ,come guida formativa,  può fare tanto.

 E’ in ballo l’avvenire delle future generazioni e il presente di chi deve combattere ogni giorno la propria difficile battaglia per la sopravvivenza.

E i “pastori” non possono abbandonare il proprio gregge allo sbando.

Senza presunzione di ricette risolutive, Philippe  Ouedraogo ha le idee molto chiare e gli piace molto che il “suo” Papa non sia un Papa europeo o, meglio ancora, un uomo tratto dal contesto della Curia romana.

La nota lettera pastorale dell’Episcopato burkinabé(16 vescovi), pubblicata nel luglio scorso e che ha fatto tanto scalpore, accanto al significato politico oggettivo, che metteva in discussione senza mezzi termini (creazione di un Senato all’interno del parlamento, prima monocamerale, voluto per proprio vantaggio dall’attuale presidente Blaise Compaoré) ha essenzialmente una valenza etica.

In tempi di crisi, come quelli odierni, non è pensabile accrescere la spesa pubblica, gravando su cittadini già stremati.

E il riferimento riguarda le nomine e i pingui stipendi dei cosiddetti senatori, che sarebbero un’ottantina e, forse, di più.

Se si vuole evitare di dare fuoco alle polveri prima del tempo (le prossime elezioni presidenziali saranno nel 2015) occorre di necessità mettere in atto trasparenza politica e adeguata distribuzione della ricchezza.

E niente clanismo, clientelismo e corruzione.

Da cardinale Philippe Ouedraogo potrà giocare una carta in più in materia di autorevolezza e noi ci auguriamo che, con i suoi moniti e il suo impegno .abbia partita vinta.

Grazie, perciò, Papa Francesco.Grazie, per il Burkina Faso.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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