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Burlesquoni e le donne: lettera aperta al Presidente del Consiglio

Da Abattoir

Signor Presidente,

non aggiungerò “caro” o “gentile” o “egregio” o “papi”, perché i poeti del Dolce Stil Novo potrebbero non trovarla gentile, io non la trovo per niente caro nè tantomeno egregio, e non mi è dato di averla ai miei diciottesimi compleanni corredato di oro, diamanti e belle promesse.

Burlesquoni e le donne: lettera aperta al Presidente del Consiglio
Le scrivo questa mia, spinta dall’incoerenza di certe sue affermazioni, fatte durante l’ultimo discorso ufficiale pre-fiducia in Parlamento. Lei ha sproloquiato su tante buonissime intenzioni, tra le quali la difesa a spada tratta dei diritti delle donne. Perdoni la mia malizia, ma mi è venuto spontaneo chiedermi: quali donne?

Le donne che sono al suo servizio, profumatamente pagate, e usate come bambole gonfiabili a suo piacimento? Quelle che compra affinchè riscaldino le sue notti da vecchio bavoso pieno di viagra? Quelle che sceglie come fossero oggetti d’arredamento usa&getta, da sostituire al primo cenno di noia? Quelle che, ancora minorenni, corrompe con oggetti costosi e belle promesse? Quelle che mette in Parlamento perché “a noi le signore, soprattutto belle, in Parlamento ci piacciono molto”?

Non riesco a capire se davvero pensa che l’universo femminile si esaurisca in “gambe straordinarie che circolano”. Non lo saprò mai, ma so per certo che lei, Presidente, è una truffa vivente.

Lei promette condizioni di vita migliori alla gente che l’ha votata (e anche agli altri, dato che purtroppo o per fortuna governa su un unico Paese, a prescindere dal consenso che ha), ma consiglia alle ragazze vittime della crisi di sposare un “figlio del presidente”. Certo, che gli operai si facciano le seghe, noi ragazze scegliamo gli uomini che possono mantenerci, e mantenerci bene.  Lei abbassa le tasse, ma solo quelle che la riguardano da vicino. Lei sconfigge il crimine, ma solo quello nel quale non è personalmente implicato. Lei aiuta i giovani, solo se non minacciano la sua poltrona. Lei protegge la famiglia, ma getta via una moglie coi primi cenni di rughe e cellulite, e probabilmente non sa quanti anni hanno i suoi figli. Lei protegge le donne, ma insulta la categoria con tonnellate di battute che non fanno ridere nessuno, se non i decerebrati che si ostinano a presenziare ai suoi comizi, sperando in qualche briciola di torta.

Parliamoci chiaramente, lei non ha capito niente delle donne. Pensa di avere fascino, ma il fascino non ha bisogno di pagare puttane ben vestite per non restare solo la notte.  Pensa di opporre “amore” all’odio che giornalisti-magistrati-opposizione riversano su di lei, ma per nostra fortuna, Presidente, l’amore non si compra. Pensa di essere gentile quando loda le gambe di una deputata, ma non capisce che la offende. Le donne non sono corpi a sua disposizione, non sono contenitori per la sua prossima eiaculazione affaticata da settantenne strafatto. Suvvia, signor Presidente, non ha mai sentito il duetto Squillo-Salerno? Oltre le gambe c’è di più? Non mi dica che credeva si riferissero ad altre zone erogene!

Burlesquoni e le donne: lettera aperta al Presidente del Consiglio
Che poi, la cosa che mi disturba di più non è il fatto che lei stia a fare continuamente il maniaco piacione in pubblico, mettendoci continuamente in ridicolo all’estero, e offendendo millenni di lotte femministe. No. Quello che mi fa dare di matto è la presunzione con cui giudica gli esseri umani femmine in base al loro aspetto fisico, come se fossimo solo questo. Tette-gambe-fica-culo. Come se una donna che non assomiglia alla Carfagna o alla giovane (e ormai deturpata) Noemi Letizia, non avesse niente da offrire alla società, niente di cui essere fiera, la mattina, davanti allo specchio.

Lei offende in svariate occasioni l’onorevole Bindi. Ne offende l’aspetto fisico, ma soprattutto la dignità umana. La offende perchè, a suo parere, una donna in là con gli anni, che non sia miss maglietta bagnata 2010, non ha motivo di esistere. La offende perchè lei odia “le persone lontane dall’estetica”.

Ed io mi chiedo, ma lei, Presidente, non possiede degli specchi nelle sue numerose abitazioni? Lei pensa di essere “vicino” all’estetica? Lei crede di essere giovane? Bello? Arrapante?
Se lei non avesse i soldi che ha, e il potere che ha, probabilmente scoperebbe meno di un prete, lo sa questo? Lo sa che è ripugnante, viscido, molle, cadente, calvo, basso, grasso, e terribilmente vicino all’idea che ho della decomposizione? Lo sa che una ragazza ventenne preferirebbe cucirsi a punto croce la vagina, piuttosto che avere a che fare con lei?

Mi dispiace essere così dura, ma il problema ormai non riguarda soltanto lei, non-caro Presidente. Il problema riguarda molti uomini di questa società, e lei ne è responsabile.

Sì, perchè molti uomini (non tutti, grazie al cielo) pensano che una donna sia questo: un buco umido (ma non è necessario) nel quale riversare i propri liquidi seminali in eccesso. Un parco giochi nel quale realizzare le proprie fantasie senza chiedere permesso. Un giocattolo molto realistico, che se sta zitto è meglio.

E quindi, molti uomini scelgono le loro donne in base a questo: la carrozzeria. Siamo automobili, signor Presidente, e non abbiamo nemmeno bisogno di benzina, andiamo avanti da sole. Siamo scatole, e non vi preoccupate di indagarne il contenuto, presupponendo ci sia un vuoto da riempire col vostro ego esondante. Siamo bambole, e non si è mai sentito di una bambina che scegliesse una bambola “non bella”. Nè si è vista mai una bambola che dicesse di no. Siamo macchine del sì, che le accendi e aprono le gambe. E se non lo fanno? licenziate, lasciate, sputtanate, denigrate, esiliate, torturate, quando non ancora seviziate, o addirittura uccise. E c’è di più, a volte anche da morte non ci lasciano in pace.

Burlesquoni e le donne: lettera aperta al Presidente del Consiglio
Lei si chiederà quale margine di responsabilità abbia, in queste vicende. No, non se lo chiede, lo so.
Ma sappia che è anche colpa sua, perchè i maschietti accendono la tv e vedono che lei si fa le minorenni, e dopo un tot di anni le mette in Parlamento. Vedono programmi pieni di tette perfette, di plastica. Vedono sua moglie mollata, perchè un marito piacione è ancora accettabile, uno che puzza di pedofilia non lo accetteresti nemmeno se fossi Miss sottomissione 2010. E via, con le foto di Veronica che ha ormai la cellulite, che schifo. Da rottamare.

Crescono pensando che del corpo delle donne possano fare il bello e il cattivo tempo, e chi non ci sta è fuori. Crescono dividendo il mondo in chi è vicino all’estetica, e chi è lontano dall’estetica. Crescono con la paura dell’omosessualità, vera o presunta, e il mito del macho. Certo, perchè macho è bello, frocio è vergognoso, ma solo se si viene a sapere, perchè se lo fai in privato va bene, basta che in pubblico guardi le femmine come fossero torte appena sfornate, e puoi stare tranquillo.

Le dirò un segreto, signor Presidente. Anche noi donne abbiamo occhi per guardare, e non sono biglie da collezionare corredate da ciglia da sbattere per ottenere qualche regalino. Abbiamo occhi e cervello, e vediamo quanto siete brutti, quando lo siete. Vediamo lo spazio tra i vostri capelli. Vediamo il flaccidume delle vostre braccia. E la pancia gonfia, e le caviglie esili. Vediamo i peli delle vostre ascelle, e sentiamo la vostra puzza, quando fate puzza. E vediamo la plastica dei vostri eventuali lifting, e ci fa ridere. Sì, signor Presidente, noi ridiamo. Ridiamo di voi, delle vostre piccolezze di uomini falliti. Del vostro pene, addirittura.

Le dirò un altro segreto, signor Presidente. L’amore è un’altra cosa. Non accetta gettoni di presenza e non riguarda gambe lunghe nè ventri piatti.  Dovrebbero capirlo, le sue sottoposte. Dovrebbero pretenderlo. Dovrebbero capirlo tutte le donne e tutti gli uomini di questo Paese che affonda, e lei, signor Presidente, è come sabbie mobili.


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COMMENTI (1)

Da  Safil
Inviato il 05 dicembre a 19:58
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