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Business e tangenti inquinano le Coop ancora Rosse. Come sbarca la GDO in Sicilia

Creato il 09 settembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Business e tangenti inquinano le Coop ancora Rosse. Come sbarca la GDO in SiciliaReggio Emilia trema, il sistema delle cooperative “rosse” è scosso. Finisce il sogno di un’epoca? L’indagin su Penati si sposta nel reggino dove pare tanti siano gli intermediari, i factotum e gli emissari prestati ad un business di tangenti. A deporre sono chiamati in Procura a Monza Gian Paolo Salami  e Francesco Agnello: concorso in concussione. Dal Giornale di Reggio si apprende che Agnello e Salami oltre ad essere “emissari” risultano soci e partner d’affari delle più grosse coop rosse emiliane e, non solo, i due sarebbero stati mandati in Sicilia per “recuperare” imprenditori utili allo sviluppo della grande impresa GDO della Coop. Francesco Agnello è stato presidente della Sgg, Servizi Globali Generali di Sassuolo ed è qui che pare vi sia il nesso con   William Gorini, infatti Salami ha il 26%, Agnello il 30%, il 10% invece è di Nicola Piazza , mentre a Gorini va il 26%. Gorini si trova poi nell’  Ecp di Trieste insieme a  Salami i due poi sono soci anche nella   Eos srl che come è noto risponde direttamente alla Cna di Reggio attraverso la rete di Koinos, e il cui presidente è Tristano Mussini.

Come fanno 4 reggiani a  sbarcare in Sicilia?

La società Sgg ha acquista diverse quote di Sviluppo Ragusa, in liquidazione, ma anche  Sviluppo Palermo, Sviluppo Trapani, Sviluppo Messina e la Sviluppo Licata, sorta di scatole cinesi ideate grazie ai Fondi per lo Sviluppo dell’Obiettivo Uno (misura comunitaria varata per il sostegno economico all’entrata dell’Italia in EU ndr) Tutte le società di cui sopra hanno sede a Palermo, nel cuore pulsante della città “economica”,  via della Libertà 37/I, dove a fine 2009 apparirà, nei citofoni, la scritta Ipercoop Sicilia, allo stesso indirizzo risulta una sede secondaria della Ecp di Trieste.  Tutte le scatole cinesi avevano lo scopo di favorire l’insediamento di un sistema GDO legato alla Coop nell’isola di Sicilia e, sopratutto quello di sfruttare a pieno tutte le agevolazioni nazionali e comunitarie per l’abbattimento del tasso disoccupazionale del Mezzogiorno di Italia.

L’avventura siciliana si è sviluppata nel tempo, e, le nebbia è fitta. I protagonisti però sono sempre i soliti, dal Giornale di Reggio si apprende per esempio che  Il 5 aprile 2007 nello studio del notaio Ottaviano Evangelista   a Modica avvengono due atti di cessione che riguardano il centro commerciale Ibleo di Ragusa, al cui interno c’è un Ipercoop.

Protagonisti delle operazioni la Sviluppo Ragusa, rappresentata quel giorno da Giampiero Cataldo, la Ecp rappresentata da William Gorini e la Ipercoop Sicilia, che ha per soci la reggiana Coop Nord Est, Coop Liguria, Coop Lombardia e Coop Adriatica. Tra i sindaci revisori di Ipercoop Sicilia (che nel 2010 avrebbe perso oltre 22 milioni di euro) troviamo l’attuale capogruppo del Pd in Sala del Tricolore  Luca Vecchi , mentre nel consiglio di amministrazione in rappresentanza di Nordest siede  Gabriele Franceschi , che è anche consigliere di Coop Nord Est, Unipol Banca, Unipol Merchant, Ccfs e vicepresidente di Parco (finanziaria di partecipazioni di Legacoop Reggio).
Con il primo atto avviene la cessione da parte della Sviluppo Ragusa di un ramo d’azienda relativo ad una galleria commerciale dell’Ibleo (43 negozi di vicinato per 4mila 583 metri quadrati di superficie, più altri negozi). La Ecp paga 440mila euro.
Con il secondo atto Ipercoop Sicilia (che all’epoca aveva sede a Palermo in via della Libertà 39, in pratica vicina di casa della Sviluppo Ragusa) compra dalla Sviluppo Ragusa un ramo d’azienda relativo all’ipermercato del centro. La vendita si ferma sui 700mila euro.
Riassumendo: la Sviluppo Ragusa vende i due rami d’azienda dell’Ibleo. Ma la galleria commerciale viene acquistata dalla Ecp di Salami-Gorini e Mario Agnello. Tuttavia la Sviluppo Ragusa era controllata da una società delle coop emiliane e dalla Sgg, sempre di Salami-Gorini e Agnello. In altre parole: i proprietari della Sviluppo Ragusa hanno venduto a loro stessi. Perché questo giro? (fonte 4 minuti)
….fatti e misfatti del Mediterraneo…. continueremo a parlarvene

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