Il mondo del business corre alla velocità della luce e sembra non dar spazio a tentennamenti che possono costar cari.
Un imprenditore e professionista, deve avere le idee chiare sulla direzione da indicare ai propri uomini per continuare ad espandersi nell’economia del subito.
Freneticità, iperinformazione, appiattimento dell’offerta, portano quella confusione di idee che può paralizzare l’azienda o farla muovere per tentativi.
Ci si concentra nel trovare una soluzione in nuove tecniche o strategie, dimenticando che queste arrivano solo dopo ciò che più conta: avere una missione di vita che si concretizza attraverso il business.
Il business diventa così il mezzo e non il fine, differenza fondamentale in base alla quale gira tutta la tua vita.
Chi considera il business come il fine, tenderà ad impostare la sua vita (e quella delle persone che ha vicino) come seconda scelta. Lo noti dai termini che utilizza, ad esempio ti parlerà di tempo libero (normalmente è ingabbiato dagli impegni) oppure di vacanza (che il dizionario indica come periodo di libertà dal lavoro, che è considerato quindi una prigione). La sua agenda sarà prettamente lavorativa, con l’inserimento dei compleanni da non dimenticare e di momenti con la famiglia dove in passato è stato assente a causa di impegni sopraggiunti. Se avanza del tempo dal business, allora può dedicarlo a vivere. Spesso non fa ciò che realmente vorrebbe fare e rimanda a quando sarà il momento giusto (cioè, mai!).
Chi considera il business come il mezzo, programma la propria agenda partendo dalla famiglia, dalle attività personali ed inserisce il lavoro comprendendo come automatizzare, delegare e rendersi scalabile. Proprio perché da valore al suo tempo (che chiama ore di vita), vede la sua attività come un potente mezzo per concretizzare ciò che sente come una missione, creando valore per sé e per le persone che entrano in contatto con lui.
Un imprenditore o professionista NewRich prende in esame il reddito relativo, composto dal mix denaro e tempo.
La maggior parte degli imprenditori ragiona in termini di reddito assoluto che si misura utilizzando solamente il denaro: se Mario guadagna 100.000 euro l’anno, è due volte più ricco di Giuseppe che ne guadagna 50.000. Ma se prendiamo a riferimento anche il tempo, possiamo scoprire che può non esser come sembra.
Mario guadagna 100.000 euro l’anno (2.000 euro a settimana, considerando 50 settimane lavorative), lavorando 80 ore a settimana. Quindi, guadagna 25 euro l’ora (2.000/80). Giuseppe guadagna 50.000 euro l’anno (1.000 euro a settimana), lavorando 10 ore a settimana. Quindi, guadagna 100 euro l’ora (1.000/10). Considerando il reddito relativo, Giuseppe è quattro volte più ricco di Mario. Chiaramente, occorre produrre il reddito necessario per sostenere la vita che si desidera. Ciò significa che se Giuseppe si ferma alle 10 ore, potrebbe non essere sufficiente. Tuttavia, può arrivare a guadagnare 100.000 euro lavorando 20 ore a settimana contro le 80 di Mario ed avere 60 ore (libere direbbe Mario) da dedicare a sé stesso e la propria famiglia.
Come riuscire ad incrementare il proprio reddito relativo?
Ne parlerò il 17 luglio a Roma durante l’Evento Formativo BusinessCode, uno spunto lo puoi avere subito guardando il video di Dan #OneMinuteRich
L’EVENTO E’ A NUMERO CHIUSO, REGISTRATI PER ESSERE CONTATTO E CONOSCERE COME POTER PARTECIPARE:
[contact-form]