Magazine Diario personale

But just because it burns, doesn’t mean you’re gonna die.

Da Phoebe1976 @phoebe1976

19844054577579328_ZjnKXW4W_b.jpgA volte mi sveglio la mattina ed è come uscire da un tunnel nero. Col sonno ancora appiccicato agli occhi, camminare come un zombie fino al caffè facendo il salto ad ostacoli col gatto un filino troppo appiccicoso e iniziare la giornata non è facile.

Non è facile, no.

Un giorno dietro l’altro, una mattina che segue una notte. Giorni tutti vicini, tutti un po’ simili, fitti come l’erba di un prato di primavera. La primavera, cazzo. E’ quasi arrivata e nemmeno me ne sono accorta. Mi sembra ieri che mettevo su le decorazioni dell’albero e invece è quasi finito anche Carnevale. E la primavera, la primavera è quasi qui.

A volte vado a dormire e Morfeo non ne vuole sapere di venire a farmi compagnia, lasciandomi lì con gli occhi fissi al soffitto ad ascoltare il cuore che batte. L’avete mai ascoltato battere il vostro cuore? E’ un rumore consolatorio, bello. Ti dice che sei vivo, che il buio che vedi è solo la notte. Ci pensate mai alla morte? No, non è un bel pensiero, è vero. Ma da bambina mi chiedevo sempre: “Come sarà?” e facevo le prove, stando a occhi chiusi trattenendo il respiro. Sarà così? Continuerò a pensare? Oppure è come dormire? Sì, lo so: ero una bambina problematica.

Sono viva e qualche volta lo scordo. Corro, corro solo, non mi rilasso mai, come se la mia vita fosse un treno in corsa che non fa fermate fino alla destinazione.

Sono ansiosa, ma ansiosa davvero.

Sento la vita scorrere veloce, ma non riesco a fare nulla per fermarla.

Mi sento obbligata a correre, manco fossi un criceto sulla ruota. Senza tempo, senza fiato. Almeno facesse dimagrire, tutto ‘sto correre.

Macché, mi gonfio: è lo stress.

Ma non è nemmeno questo il punto.

E’ che sono ormai grande, e lo sono mio malgrado come tutta la mia generazione. Abbiamo lottato, ma siamo stati sconfitti: come novelli Peter Pan mancati, alla fine siamo cresciuti anche noi. Mi sento grande, adulta insomma, e sento di aver imboccato una strada da cui non si torna: ho compiuto 37 anni.

Sì, adesso starete tutti lìa dire che non sono poi molti, che sono una ragazzina, e blablabla. Ma certo, sì, infatti, è così. L’importante è come ci si sente dentro. Certo. E’ quello che dice la tipa ultracinquantenne che viene in palestra con me e si veste come se avesse 17 anni: come non crederle?

 

Forse sento solo il bisogno di cambiare, di crescere ancora un po’.

Di spiegare le ali, tentando di essere un po’ meno criceto con la gastrite e un po’ più Phoebe.

Di ritrovare sogni e desideri.

Di ascoltarmi e di trovare tempo.

Sapete se c’è un negozio che lo vende al chilo aperto fino a tardi?

 


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