Ragionavo prima, con un'amica, su questo dato di fatto (su cui già altre volte, mi pare, di avere parlato): se l'Italia diventasse un paese politicamente (moralmente, civicamente) irreprensibile come la Finlandia o la Danimarca, questo - forse - sarebbe sufficiente ad abbassare lo spread, ma non certo a rilanciare l'economia e a “creare” posti di lavoro. Per quanto fortemente auspicabile sarebbe liberarci dalla corruzione, dai soprusi, dalla criminalità, dalle raccomandazioni, dal familismo, tutto questo ci farebbe forse più presentabili ai mercati internazionali, i quali sicuramente comprerebbero più volentieri (a interessi più bassi) i nostri titoli di Stato. Ma poi? Si continuerebbe a campare a debito, no?Il turismo, le belle arti, la ricerca, la scuola in generale, un'amministrazione pubblica efficiente, non producono ricchezza sufficiente per risollevare la nostra economia.E, altresì, pensare che a rilanciare la produzione sia lo stesso sistema capitalistico che la sta affossando, mi sembra paradossale. Ho paura davvero che occorra rompere qualcosa.E il problema principale è che, per rompere, occorre essere enormemente più intelligenti che per costruire.
P.S.Personalmente, io saprei solo lanciare cavalletti fotografici e madonnine (di Milano). Qualche móccolo, anche.