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Buttiglione e il suo giorno da pecora: "Gay oggettivamente sbagliato"

Da Sessuologiacagliari @DessiAntonio

E' bastato un attimo per scatenare il  putiferio. A sentenziare sull'omosessualità questa volta è il politico Rocco Buttiglione, presidente dell’Unione Democratici di Centro, che dai microfoni di Radio 2 durante il programma Un giorno da Pecora ha annunciato la sua visione dell’omosessualità e aderito alla proposta del programma condotto dal maestro dell'interviste Claudio Sabelli Fioretti e dall'irriverente conduttore di Catersport Giorgio Lauro: far vivere a tutti, potenti e non, un giorno da pecora! (Citazione estrapolata dal sito della trasmissione http://www.radio2.rai.it/dl/Radio2/sito/PublishingBlock-a61d68e3-3319-4d72-a6e8-368a6c2d3db4.html
Rocco Buttiglione, classe 48, laurea in Giurisprudenza e docente universitario, già deputato e considerato un filosofo-politico dei tempi morderni utilizza il suo giorno da pecora per trasformare una dimensione della sessualità umana - l'orientamento sessuale - e nello specifico la vita, gli affetti, le relazioni di tante persone omosessuali, in qualcosa di oggettivamente sbagliato.
Durante la trasmissione radiofonica il presidente si è così espresso:
Sul piano politico e sociale io sono contro ogni discriminazione contro i gay. Ma moralmente penso che sia sbagliato.
Nell'ironico contesto della suddetta trasmissione Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro - noti conduttori della trasmissione- hanno chiesto all'onorevole di proporre una lista di cose moralmente sbagliate.
Il presidente ha così risposto:
Per dirne una, l'adulterio, il trattare male le persone, non pagare le tasse, non dare i soldi ai poveri.
Gli ironici conduttori hanno voluto approdondire il pensiero del presidente :
È moralmente sbagliato essere gay?
Il presidente conclude:
"L'omosessualità è oggettivamente sbagliatà"
I mezzi di comunicazione di massa sono dei potenti strumenti di diffusione dell'informazione e giocano un ruolo fondamentale nella costruzione dell'immagine che le persone interiorizzano relativamente ad un dato fenomeno. Considerare l'omosessualità come un oggetto sessuale, da guardare e giudicare, alla stregua dell'evasione fiscale, è un'azione comunicativa ad ampia connotazione perversa che si esprime attraverso la minimizzazione e riduzione in polvere dell’individualità, la personalità, gli affetti e le relazioni di tante persone che sentono di potersi vivere comeomosessuali - e non come oggetti sessuali sbagliati.  
Considerare l'omosessualità un oggetto, è una forma comunicativa perversa di oggettivazione sessuale, un fenomeno difensivo espresso dalla comunicazione umana, che si verifica quando delle parti sessuali o delle funzioni di un individuo o gruppo di individui vengono separate dalla loro persona o gruppo di persone, e vengono ridotte ed associate allo stato di mero oggetto o immagine (evasione fiscale). Questo primo passo (per esempio associare l'immagine dell'evasione fiscale all'omosessualità) innesca un processo a catena che sortirà come risultato l'associazione (spesso inconsapevole) dell'immagine alla complessità del fenomeno (nello specifico l'omosessualità) che per paura e altre emozioni disturbanti si vuole allontanare da Sè e dalla realtà percepita.
Da esperto in sessuologia clinica non posso fare a meno di notare la preoccupante ondata e il dilagare di processi comunicativi di oggettivazione a sfondo sessuale: dei veri e propri veleni, spesso espressi da persone con alto potere persuasivo. L'effetto è spesso quello di alimentare e rinforzare comportamenti sociali aggressivi e di esclusione di gruppi e persone con determinate caratteristiche
Le abitudini linguistiche e le immagini che esponenti di potere associano alla comunicazione su vari argomenti sono elementi fondamentali nell'orientare la percezione che le persone costruiscono su un determinato fenomeno. L'orientamento omosessuale negli ultimi tempi è stato spesso associato ad immagini truci, violente, perverse portando così a rinforzare uno stereotipo (che spesso è un'immagine interiorizzata) che si esprime attraverso il pregiudizio (le azioni e comportamenti espresse proprio a partire da quell'immagine che viene alimentata e costruita con la comunicazione e il linguaggio che la connota).
Eppure ciò che più di perverso c'è è proprio la comunicazione che si basa sull'oggettivazione di questa dimensione naturale e non patologica della sessualità umana.


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