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Buzzati: l'artista prima dello scrittore

Creato il 15 ottobre 2014 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Mi spiace aver incontrato Dino Buzzati solo un anno fa, quando ho letto Il deserto dei Tartari. Questo romanzo mi ha fatto scoprire un autore eccezionale, che mescola fantasia e filosofia in un modo narrativamente e stilisticamente leggero e che, nello spazio di poche pagine, può rivelare al suo lettore verità inconfutabili nel quale si riconosce naturalmente. 

Buzzati: l'artista prima dello scrittore

Il Babau

Questa settimana (precisamente il 16 ottobre) ricorre l'anniversario della nascita di questo scrittore, avvenuta nel 1906, e sul mio comodino c'è una copia de Il segreto del Bosco Vecchio che, fin dalle prime pagine, mi ha portata nel cuore del realismo magico. La ripresa dell'autore e, insieme, la ricorrenza, mi hanno suggerito un approfondimento su un aspetto della produzione di Buzzati che forse è meno noto di quello letterario, ma che è ad esso strettamente legato e che, anzi, per stessa ammissione dell'autore, lo precede: quello artistico.
Oltre che narratore e giornalista, infatti, Buzzati è stato anche illustratore dei propri libri e ha realizzato diverse opere indipendenti che vanno dal disegno alla pittura ad olio e acrilico.
«Il fatto è questo, io mi trovo vittima di un crudele equivoco. Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato, ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Il mondo invece crede che sia viceversa, le mie pitture quindi non le può prendere sul serio. La pittura per me non è un hobby, ma il mestiere; hobby per me è scrivere. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa. Che dipinga o scriva, io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare delle storie»
Queste parole sono state pronunciate da Buzzati stesso, che dimostra nei fatti di intendere in questo senso l'arte, poiché le sue opere sono davvero dei piccoli concentrati narrativi, proposti con la semplicità di un bozzetto per le favole, eppure tutt'altro che semplicistiche.

Buzzati: l'artista prima dello scrittore

Il Babau - stringa


La particolarissima serie delle illustrazioni realizzate per I miracoli di Val Morel costituisce il racconto grafico dei miracoli di Santa Rita da Cascia. Lo scrittore immagina di giungere a Valmorel, nel bellunese, e di imbattersi in una raccolta di ex voto (i suoi stessi disegni) che celano ciascuno la storia di una persona che ha ricevuto l'aiuto della santa. Il prodotto grafico è, quindi, la premessa stessa del libro.

Buzzati: l'artista prima dello scrittore

I miracoli di Val Morel - Il Colombre


Buzzati: l'artista prima dello scrittore

I miracoli di Val Morel - I lupi


Buzzati: l'artista prima dello scrittore

I miracoli di Val Morel - Cappuccetto Rosso


Appartengono a Buzzati le immagini scelte come copertina dell'edizione Mondadori delle sue opere, per molte delle quali Buzzati aveva realizzato anche delle tavole di illustrazioni: fra le opere notevoli vanno annoverati certamente i disegni per La famosa invasione degli orsi in Sicilia, che rappresentano con tratti semplici e quasi fumettistici i diversi momenti della calata degli animali e dello scontro con le truppe del Granduca. Anche in questo caso, come dichiarato dallo stesso autore in un'intervista disponibile negli archivi di Rai Arte, le illustrazioni sono state non la conseguenza, ma la base del lavoro narrativo.

Buzzati: l'artista prima dello scrittore

Imagini per La famosa invasione degli orsi in Sicilia


Buzzati: l'artista prima dello scrittore

Da Poema a fumetti

L'aspetto fumettistico non è un tratto sporadico, infatti Buzzati si dedicava anche alla realizzazione di vignette accompagnate da dialoghi e didascalie, sciolte o raccolte in volume, come nel caso del Poema a fumetti (1969), una graphic novel ante litteram che ripercorre i temi tipici della riflessione dell'autore (il rapporto con la morte, il disagio dell'uomo contemporaneo confinato nelle metropoli, il mistero, il rapporto privilegiato con la natura) in chiave sintetica e fulminea, non senza omaggiare gli artisti contemporanei, come Dalì e Warhol.Il profondo attaccamento di Buzzati alla natura e il senso di estraneità rispetto alla città, dovuto alle sue origini fra le alture venete e al costante rimpianto per quei paesaggi, si riflette nel suo più noto acrilico, in cui il Duomo di Milano è rappresentato come una montagna e il piazzale antistante come una verde vallata: l'arte diventa il mezzo per ricostruire un legame spezzato e salvare l'uomo dalla dimensione ostile e cinica della città.

Buzzati: l'artista prima dello scrittore

Il Duomo di Milano, acrilico su tela (1958)


Un pittore ricordato suo malgrado principalmente come scrittore, insomma; la vasta molte di racconti, novelle, drammi e articoli pubblicati non poteva certo passare in secondo piano, eppure Dino Buzzati della scrittura faceva un hobby e voleva essere riconosciuto come artista. Possiamo tuttavia pensare che, dato il grande amore per il racconto che costituisce l'essenza di tutta la sua attività, non proverebbe rammarico nell'esser menzionato come una delle più pregevoli penne del panorama narrativo del Novecento italiano.
C.M.

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