Rita Rossa contro Mauro Buzzi. Sul ring del Laboratorio Sociale dell’ex caserma dei vigili del fuoco di Alessandria ieri sera era in programma il big match delle primarie di coalizione. L’intento, fin dai manifesti in cui venivano raffigurati come perfetti boxeur, era quello di assistere ad un dibattito acceso in cui gli spettatori-elettori (o semplici curiosi) erano pronti a tifare, sobbalzare dalle sedie ad ogni colpo poco sopra la cintura o a scommettere su chi sarebbe andato al tappeto. Per continuare la metafora alla Tyson, l’incontro potrebbe essere stato vinto ai punti, appena un punto, da Rita Rossa, solo per la sua esperienza mostrata in campo amministrativo.
Dell’agonismo sperato non c’era traccia. In due ore di dibattito i due non si sono neppure sfiorati, spettinati, sporcati i guantoni. Lei era d’accordo con lui, lui si complimentava per il lavoro in Provincia di lei. Tra le molte righe di discorso sono usciti pochi spunti concreti di chi, non avendo i conti di Palazzo Rosso sott’occhio, può solo parlare delle idee e dei “farò”.
Come negli incontri al Ceasar’s Palace, a guadagnarci dalla serata sono stati gli organizzatori. Gli attivisti del Laboratorio Sociale hanno confezionato una serie di domande sui temi a loro molto cari, dai diritti dei migranti, a quelli di un’abitazione per tutti (evitando gli sfratti in mezzo alla strada), ecologia, teatro comunale. E i due candidati sono stati al gioco. Si sono fatti condurre per mano da Claudio, il moderatore, ed hanno detto la loro idea di sinistra quasi banale, scontata, a volte temperata a seconda dei mormorii della platea e delle occhiate\smorfie di alcuni. Nessuna differenza tra la vicepresidente della provincia e l’ex CGIL. Solo qualche imbarazzo per Rossa nel parlare del Terzo Valico – sostenuto da gran parte del suo partito – e per Buzzi (dipendente del ministero della difesa), inciampato sulla necessità di far rispettare le regole, proprio lì, nei locali nati dall’occupazione abusiva del 2008.
Hanno vinto i “manager”, dicevamo, perché i “si” dati da entrambi alle risposte secche sugli impegni da prendere in un futuro da sindaco, sono le firme sulle cambiali che Alessandria In Movimento andrà a riscuotere in seguito, rinfaccinado eventuali promesse non mantenute e ideologie calpestate nel nome di altre necessità più prosaiche.
Stesse conclusioni, stessi pensieri. Uno la continuazione dell’altro, con l’unico intento di mandare a casa Piercarlo Fabbio. Ma allora qual è la differenza tra Mauro Buzzi e Rita Rossa? Perché votare uno o l’altro, solo sulla base delle idee proposte (e non degli sponsor alle spalle)? Speriamo che i prossimi confronti possano chiarire le idee all’elettore. Anche se i dubbi sono tanti.