Avevo già discusso il caso mesi orsono, quando era scoppiato: lodevoli le intenzioni di Saitta, ma in questo momento, tra il lavoro e la conservazione del suolo agricolo torinese, in caso di mancato compromesso, il primo dovrebbe avere sicuramente la priorità.
Il compromesso a quanto pare non è stato trovato, e così ci abbiamo perso tutti.
La Provincia lamenta il metodo ultimatum a cui è ricorsa IKEA - "o La Loggia o niente"; IKEA, dal canto suo, contesta che il piano del nuovo centro era stato già preventivamente approvato dalla Provincia numerose volte - e solo in seguito è giunto il no di Saitta.
Direi che entrambi hanno la propria bella fetta di torto. La Provincia avrebbe potuto far saltare subito il piano a La Loggia in favore di un altro, IKEA potrebbe lavorare a un altro studio di fattibilità da qualche altra parte: certo, bisogna ripartire da capo per un lavoro lungo, ma non credo che le manchino le risorse per farlo.
In questi casi comunque credo fortemente che la verità stia nel mezzo, e che se c'è davvero la sincera volontà di trovare un accordo da entrambe le parti, l'accordo si trova. Evidentemente questa volontà non c'è stata. Spero che quello di IKEA sia un bluff e che le trattative continuino; altrimenti, che dire? Gioiremo per il verde salvato: da disoccupati avremo tanto tempo libero per farlo.