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Bye bye PD: Corrado Parise lascia il partito… e dice la sua

Creato il 14 dicembre 2011 da Lapulceonline

parise corradoE così Corrado Parise abbandona la nave- o meglio, non rinnova la tessera d’iscrizione- del Partito Democratico. Coordinatore cittadino, tra i fondatori della sezione alessandrina, Parise si è dichiarato ormai distante dalla linea politica del partito, sostendendo che quello in cui ha finora militato è un soggetto politico “diventato nei fatti un partito di conservazione dell’esistente”, privo di “capacità riformatrice ed innovatrice”. Con se si porta via altri 8 membri dell’assemblea cittadina: Jamila Kandi, Bouzekri Chtaibi, Piero Simone Lumina, Mohamed Aouadiy, Antonella Cassinari, Driss Soubai, Fatima Aitkablit e Yassine El Manaouar.

“Ho aderito con grande speranza al progetto del Partito Democratico, contribuendo a fondarlo ad Alessandria e onorandomi della carica di primo Coordinatore cittadino, eletto con elezioni primarie in una vicenda che, al di là degli schieramenti, fu di grande passione politica e civile, come altre simili in Italia”, si legge nel comunicato diffuso ieri da Parise. “Il Pd doveva essere un “partito nuovo, non un nuovo partito”. Quel partito che attraverso il rinnovamento di se stesso e del sistema politico italiano, si proponeva di costituire il principale elemento del rinnovamento dell’intero Paese, il perno dell’Italia Nuova. Doveva, quindi, farsi interprete non solo di un antiberlusconismo e di un antileghismo di facciata, ma attore di un vero rinnovamento morale e civile, prima ancora che politico”.

Ma “la stagione dell’entusiasmo e della speranza è durata ben poco”, contnua. “Una vera e propria controriforma ha riportato indietro di decenni l’orologio del partito. Nel giro di pochi mesi tutti coloro che si erano avvicinati con quei sentimenti si sono riallontanati, delusi, come un’alta marea estemporanea e prematura. Da forza innovatrice e riformatrice, il Pd è diventato nei fatti un partito di conservazione dell’esistente ed impotente rispetto alle esigenze di profondo cambiamento che la società italiana attende e di cui il sistema-paese ha urgente necessità”.

“Nonostante le intenzioni e i proclami, il partito si pone come elemento di vischiosità e di freno, sia a livello locale sia a livello nazionale, al di là delle rare eccezioni, peraltro vissute come elementi di devianza e non d’avanguardia. Ne è testimone la percezione diffusa nella larga parte dell’elettorato, nei giovani e nelle forze più nuove e dinamiche della società italiana. Il Pd è visto come parte di un sistema da cambiare, non come attore di cambiamento. Di fatto, si pone come epigono di una tradizione antica di governo nazionale e locale, di essa conservando soltanto la mera gestione del potere e del denaro pubblico, non la capacità di rappresentazione del presente e di proiezione nel futuro dei territori governati”.


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