C’è anche una catanese tra i giovani citati da Napolitano

Creato il 03 gennaio 2014 da Makinsud

Il tradizionale discorso di fine anno con cui il Presidente della Repubblica si è rivolto agli italiani è stato molto particolare, poiché Giorgio Napolitano ha deciso di parlare della situazione italiana attraverso le parole dei giovani, cercando di dare qualche risposta a un Paese in crisi non solo dal punto di vista economico. E a questo proposito la storia di Serena, studentessa catanese, può rappresentare i timori e le esigenze della generazione dei più giovani del Sud Italia.

Serena Cacciola scrive da Linguaglossa, un piccolo centro in provincia di Catania: “noi giovani non siamo solo il futuro, ma siamo soprattutto il presente. Ma manca il lavoro e la povertà è in aumento. Voi adulti e politici parlate spesso dei giovani, ma troppo poco con i giovani”.

Particolarmente sensibile ai problemi che coinvolgono oggi tante famiglie, Serena un giorno del mese di novembre decide di inviare una lettera al Presidente della Repubblica per esprimere il suo stato d’animo sulla situazione attuale. Sicuramente pensando tra sé e sé che tutto questo rimarrà senza un seguito, ma già pochi giorni dopo l’invio della lettera riceve una nota che risponde per conto del Presidente, che esprime il vivo apprezzamento del capo dello Stato per quanto scritto da Serena. Ma la sorpresa più grande per la ragazza è stata quella di sentirsi nominata dallo stesso Giorgio Napolitano durante il suo discorso ufficiale di fine anno, che ha indicato i passaggi più salienti della sua lettera.

Non ho scritto niente di più se non quello che noi giovani viviamo e sentiamo ogni giorno: il disagio per una crisi occupazionale e lavorativa che avvertiamo nostra, ma nello stesso tempo, la fiducia nell’Italia, nella nostra terra, nei valori che ci hanno insegnato le nostre famiglie. Tra i giovani c’è molta paura del futuro” continua Serena, aggiungendo che molti amici più grandi hanno molte difficoltà per poter costruire una famiglia. “In questo le istituzioni ci devono sentire, ascoltare: abbiamo bisogno di confrontarci. Vogliamo un dialogo aperto, per essere parte attiva nella costruzione del nostro futuro partendo dai problemi concreti del presente”.

Insieme a quella di Serena, il Presidente ha letto altre sei lettere, prima di esprimere fiducia per il futuro; cercando in questo modo di trarre da ogni appello, denuncia o racconto a lui giunto: nuovi stimoli per prospettare i cambiamenti necessari nelle istituzioni, nei rapporti sociali, nella politica. Dall’appello di Serena al Presidente della Repubblica emerge un forte coraggio, elemento decisivo che Napolitano ha dichiarato necessario per rialzarsi nel 2014.


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