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C'è chi li chiama solo vestiti

Creato il 07 aprile 2013 da Ubiquechic

C'è chi li chiama solo vestiti
C'è chi li chiama solo vestiti
C'è chi li chiama solo vestiti
C'è chi li chiama solo vestiti
C'è chi li chiama solo vestiti.
Chissà, forse non si è mai accorto come la materia di un pantalone morbido misto cachemire si staglia naturale sul sedile di un autobus, ad esempio, o forse l'autobus non l'ha mai preso.
Forse non gli è nemmeno mai interessato prestare attenzione al modo in cui una gonna possa spiccare per altorilievo o bassorilievo, a seconda del movimento del bacino, a come alcuni tessuti siano più rigidi e ostili alle grinze, simili al marmo, e altri si adattino meglio alle forme di un corpo, nemmeno fossero argilla.
Ruches libertine da sfondi d'abiti troppo conformisti, pieghe più o meno volute che modellano sagome, personalizzandole su portamento, trasformandole in materia viva.
Stoffe grezze che aspettano solo di essere atteggiate, vissute, assemblate all'estro di movenze insolite.
Guanti che oltre a coprire mozzano, esaltando la fisicità di un polso, gambe che si accavallano e tubini che ne inseguono la linea, schiene che si voltano e camicie inamidate che conducono il loro stampo al limite della comune vestibilità.
Indossate, fluttuate, generate la vostra migliore posa e il prodotto finale che andrete a scolpire sarà tridimensionalità a passeggio.
Cuciture addizionate a soggettività.
Vive.
Neanche dovessero parlare.
C'è chi li chiama solo vestiti
C'è chi li chiama solo vestiti
C'è chi li chiama solo vestiti
C'è chi li chiama solo vestiti

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