Vi sembrerà una banalità ma l’acqua da bere non e’ tutta uguale e, soprattutto in un paese come la Thailandia, e’ molto importante fare attenzione a quale acqua si acquista.
Parlandovi dei supermercati come terra degli emigrati vi dicevo che domenica mi sono concesso il “lusso” di comprarmi la San Pellegrino (lusso perché 1/2 litro costa 69 baht ovvero 1,75 €). In quel caso la scelta era dettata dalla voglia di bere un’acqua effervescente, non liscia, cosa rara qui a Bangkok (o forse rara fuori dall’Italia).
Acque minerali italiane in vendita a Bangkok
Premesso che non bevo mai l’acqua del rubinetto nonostante il Governatore di Bangkok abbia più volte dichiarato che l’acqua fornita dall’acquedotto della capitale tailandese risponde ai requisiti per essere ritenuta potabile, devo dirvi che da quando vivo qui faccio molta attenzione all’acqua che compro al supermercato. Dopo qualche tempo che mi ero trasferito a Bangkok notai infatti che tanta acqua bevevo e tanta ne buttavo fuori in sudore, indipendentemente dalla temperatura del posto in cui ero. Per la gioia delle donne infatti l’acqua in bottiglia più diffusa a Bangkok non causa ritenzione idrica anzi non viene affatto trattenuta nell’organismo.
Scaffale con acqua in vendita al supermercato
Senza addentrarmi in concetti complessi di fisica e biologia cellulare con paroloni come osmosi e via dicendo, faccio poche semplici considerazioni sull’acqua in bottiglia che potete trovare in commercio qui. Di sicuro produzione, distribuzione e vendita dell’acqua imbottigliata sono un business non indifferente in cui il marketing gioca un ruolo importante nel far prevalere la vendita di un prodotto rispetto ad un altro.
La “drinking water” è quella più diffusa: si tratta di acqua potabile demineralizzata ottenuta dalla purificazione per distillazione o filtraggio di acque altrimenti non potabili. È un acqua batteriologicamente pura che però contiene pochissimi sali minerali. Qui è prodotta da moltissime ditte ed è anche quella più frequentemente servita nei ristoranti, sia di strada che di più alto livello.
Sempre disponibile ma in numero ridotto di varietà si trova invece la “mineral water”. Costa in genere 1 o 2 baht (differenza insignificante) di più rispetto alla “drinking” ma ha il vantaggio di essere un acqua che, oltre a fornire H2O, apporta una valida integrazione di sali minerali, indispensabili all’organismo e fondamentali nei processi di scambio osmotico delle cellule. I minerali infatti, in giuste proporzioni e quantità, impediscono la disidratazione e la perdita dall’organismo di eccessive quantità di acqua e, di conseguenza, sono importanti nel regolare e mantenere la pressione del sangue.
In pratica:
- quando potete (e ve lo ricordate) controllate l’etichetta e assicurativi che dica “Mineral Water”;
- la marca più diffusa e facilmente riconoscibile è la Minerè prodotta sfortunatamente dalla Nestlè;
- al ristorante potete mescolare l’acqua con la Soda (che altro non è se non acqua addizionata di bicarbonato di sodio, anidride carbonica, dal sapore leggermente salato) che è dissetante e con un minimo di sali in più.
Sfortunatamente per me e fortunatamente per la Nivea, anche bevendo acqua minerale il problema del sudare non l’ho risolto ma perlomeno non rischio di collassare per improvvisi abbassamenti di pressione.
Mi dispiace − esclamò un italiano − che non sia peccato bere l’acqua: come sarebbe gustosa!
Georg Lichtenberg
Tags: bangkok, shopping, acqua, thailandia,
- mastazi said: “… acqua effervescente, non liscia, cosa rara qui a Bangkok (o forse rara fuori dall’Italia).” La seconda che hai detto. Anche qui, di effervescente si trovano solo acque italiane e costano tantissimo. In compenso l’acqua del rubinetto è OK.
- andreainthailandia posted this