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C’è nepotismo nelle università italiane?

Da Leragazze

C’è nepotismo nelle università italiane?

È uscito sulla rivista scientifica PLoSONE un articolo che fa riferimento diretto al nostro paese, in particolare al nepotismo nelle Università. L’autore è Stefano Allesina, un professore di probabile origine italiana – un cervello fuggito? – presso il Department of Ecology and Evolution, Computation Institute, University of Chicago.

Afferma Allesina nell’introduzione che “in Italia, il nepotismo è percepito come un cancro che ha metastatizzato, invadendo molti segmenti della società, inclusi gli ambienti accademici. La figura del  “barone” (in italiano nel testo), il potente professore anziano che può tutto, anche distruggere o creare carriere con un solo tratto di penna, ha permeato la cultura popolare ed è frequentemente rappresentato in romanzi e film. Le pratiche nepotistiche sono particolarmente dannose in una situazione in cui vi sono pochi nuovi inserimenti. Nonostante gli interventi legislativi mirati a sradicare il nepotismo, la percezione generale è che esso sia ancora vivo e vegeto. Vi sono stati casi eclatanti che sono arrivati all’attenzione dell’opinione pubblica, ma la diffusione reale del fenomeno è sconosciuta, così come la dimostrazione della sua esistenza è solo aneddotica”.

Dunque, il suo obiettivo è valutarne la diffusione con metodologie scientifiche per la descrizione delle quali vi rimando all’articolo originale. Qui basti dire che si è basato sulla ricorrenza dei cognomi nelle università, tenendo conto della frequenza e rarità di essi per area geografica e a livello nazionale.

L’autore ha analizzato i cognomi di tutti i 61,340 accademici italiani è ha evidenziato che il nepotismo in Italia è preminente con particolari settori più problematici di altri. In un totale di 28 discipline, 9, che comprendono più della metà del totale dei professori italiani, mostrano una significativa ricorrenza degli stessi cognomi. Inoltre, per la maggior parte delle discipline emerge anche un chiaro trend nord-sud con la probabilità di nepotismo che aumenta con la latitudine.

Al termine dell’articolo l’autore suggerisce che utilizzando queste tecniche si potrebbe eliminare questo sistema ingiusto e promuovere buone prassi.  

E conclude che la ricerca dovrebbe essere ripetuta dopo un certo periodo dall’entrata in vigore della legge del 2010 che all’art. 18, comma 1, lettera b, stabilisce: “Ai procedimenti per la chiamata, di cui al presente articolo, non possono partecipare coloro che abbiano un grado di parentela o di affinità, fino al quarto grado compreso, con un professore appartenente al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata ovvero con il rettore, il direttore generale o un componente del consiglio di amministrazione dell’ateneo”.

A proposito. Almeno stando ai dati del U Chicago web site people directory, nell’università di Chicago il professor Allesina è l’unico con questo cognome

;)



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