Magazine Cultura
ATTENZIONE
Il seguente documento contiene argomenti potenzialmente pericolosi.
Il documenti si configura a tutti gli effetti come dichiarazione d’amore (anche se il destinatario faticherà a considerarla come tale e la vivrà piuttosto come una vendetta… eh si, noi donne bionde, parecchio vendicative!!!).
Se soffrite di diabete, o siete una donna incinta a rischio glicemico non andate oltre o leggete in compagnia di un cinico.Quando ho conosciuto il maritino, lui era un corsista, peraltro più piccolo di me (condizione che persiste tutt’ora) ed io ero la tutor del suo corso. Il galateo della formazione avrebbe voluto tra noi rapporti esclusivamente professionali, eppure, dopo una corte serrata via sms (a suon di messaggi tipo “ma le tutor vengono anche a casa a mettere in ordine?”), complice la Christmas Card , ho infine accettato di uscirci.
Ci siamo messi insieme dopo poco. Al lavoro, ovviamente, non doveva saperlo nessuno, quindi per svariati mesi si sono susseguite scene al limite della comicità più pura, durante le quali verso la fine noi fingevamo, male, l’indifferenza più assoluta e gli amici facevano finta, male, di non sapere che sapevano.
Avrei dovuto intuire la sostanza del suo cuoricino fin dall’inizio, quando, a poche settimane dall’inizio, il cuore di panna già giurava eterno amore, mentre io, noto cuore di pietra, andavo avanti a suon di “viviamocela giorno per giorno… poi vedremo!”
Non mi sono convinta nemmeno quando, dopo pochi mesi abbiamo deciso di andare a vivere insieme. Mai una cosa che vada a termine nei tempi previsti, ovviamente: abbiamo passato le prime notti sdraiati sui materassi poggiati per terra e con le pareti da dipingere… romanticissimo e divertentissimo, non me lo scorderò mai!
Non ho avuto dubbi nemmeno quando il futuro maritino mi ha portato a casa il micio che qualcuno gli aveva gentilmente lasciato sul cofano della macchina, alla Facoltà di veterinaria, con tanto di trasportino. Tale Palla di pelo che qualche mese dopo scappò da una finestra dimenticata aperta per consegnare la sua eterna fede a qualche casalinga disposta a fargli un po’ più di compagnia durante il giorno (e soprattutto all’ora dei pasti).
Non ci ho voluto crede nemmeno quando, qualche anno dopo, mi ha portato a casa un'altra palla di pelo, questa volta cucciolo di cane, con sole tre zampe, che una signora gli aveva portato in ambulatorio con la richiesta di fargli l’eutanasia dato che gliel’avevano abbandonato davanti alla porta ed i bambini gli tiravano le pietre (il fratello cucciolo, bello in carne e dotato di tutt’e quattro le zampe se l’è tenuto però la signora). Il cuore di panna ha lavato e spulciato la palla di pelo e l’ha portata a casa. Per settimane l’abbiamo dissetato e cibato ed accompagnato di peso a fare i bisogni, senza che riuscisse a reggersi sulle tre deboli zampette e così, settimana dopo settimana, e esercizi dopo esercizi, è cresciuto Apu, il canino più fortunato del mondo!
Ma c’è stato un momento dopo il quale ho avuto la definitiva conferma che il mio praticamente ormai quasi marito fosse un vero e proprio cuore di panna… e l’hanno avuta anche i suoi amici, i miei amici, i suoi parenti, i miei parenti, genitori, suoceri, cognati, parroco, chierichetti, quartetto d’archi e curiosi di passaggio.
Non puoi commuoverti e perdere la voce durante le solenni promesse matrimoniali senza che questo momento venga reso irrimediabilmente eterno da filmini, foto (in cui dalle spalle sogghignano i testimoni e piangono i genitori) e ricordi di tutti i presenti. Soprattutto quando è lo stesso parroco, durante le firme dei documenti, ad apostrofarti e battezzarti per sempre cuore di panna.
Io avevo uno splendido bouquet di roselline color panna, lui dagli amici ha avuto uno splendido bouquet di Cornetti Algida!
Ah, a proposito: io che sono polla ci ho messo qualche anno a capirlo, mia figlia che è furba ci ha messo poco meno di 18 mesi!!!
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