C'è un di più, c'è molto di più

Creato il 11 ottobre 2009 da Francesco74
Nei Monti Dauni, negli ultimi 10 anni, alcuni comuni hanno fatto per se stessi più di quanto le istituzioni e gli enti di promozione provinciali e regionali sono riusciti a fare da sempre. In due lustri, 4 comuni si sono dotati di una piscina comunale: Volturino, Sant’Agata di Puglia, Roseto Valfortore e Alberona. Sfruttando creatività, capacità progettuale e fondi contro il dissesto, diversi paesi sono riusciti a costruire anfiteatri, spazi verdi attrezzati, piccoli camper service. Molti sono i borghi capaci di entrare in circuiti nazionali di promozione turistica. La Provincia di Foggia, in collaborazione col Touring Club, ha dato impulso per l’assegnazione delle prime due Bandiere Arancioni della Capitanata. Presto, grazie all’esempio dei primi due e anche per merito della Regione Puglia, ne arriveranno altre. Bovino è stato il primo comune del Foggiano a essere riconosciuto tra i “Borghi più belli d’Italia”, poi sono arrivati Pietramontecorvino e altri piccoli centri dell’entroterra. Orsara di Puglia, facendo leva su Peppe Zullo prima e su altri suoi bravi colleghi poi, ha ottenuto di entrare a far parte di Cittaslow: nel 2008 è approdata al Salone Internazionale del Gusto di Torino e quest’anno ha promosso i suoi prodotti a Orvieto, Mendrisio, Maglie e Londra prima della tappa del prossimo 10 ottobre a Colonia. A Deliceto, le due amministrazioni comunali che hanno preceduto l’attuale hanno rimesso a nuovo il Castello e il centro storico, recuperando le facciate in pietra. In ognuno dei casi citati, il “buon governo” degli amministratori è stato supportato dall’impegno di imprese, associazioni, proloco. “Buon governo” che significa anche organizzare e gestire eventi in economia, aguzzare l’ingegno e rimboccarsi le maniche (letteralmente). Ieri, in uno di questi paesi, c’era un assessore comunale che – indossata la pettorina della Protezione Civile – ha fatto “l’uomo di fatica” organizzando, dando una mano per l’allestimento dei gazebo, la sistemazione delle sedie, l’accoglienza e le informazioni ai visitatori. E non è la prima volta. E non è l’unico. Come lui ce ne sono altri in ogni “paese mignon”, in ogni “comune condominio” della provincia. Altro che “La casta” di Gian Antonio Stella. Questi ci mettono la faccia, il tempo, il sudore e la passione. Per non parlare di alcuni dipendenti comunali che diventano factotum e non stanno a guardare né al proprio contratto né alla tabella degli straordinari quando c’è da farsi il mazzo affinché la festa, il convegno, la sagra, la partecipazione alla fiera o l’emergenza alluvione siano affrontati come si deve. Altro che fannulloni, altro che Brunetta. Queste cose fanno pensare che “c’è un di più”. Ci sono fatti, persone, dinamiche, esempi positivi e territori marginali, in Puglia come nel resto d’Italia, la cui complessa e ricchissima realtà sfugge a chi deve costruire il futuro cercando nuove risorse dal potenziale molto interessante. Non solo turismo, ma anche una nuova riorganizzazione della società, un diverso bilanciamento demografico e produttivo tra città e zone rurali, con mille possibilità aperte per il diritto alla casa da assicurare a lavoratori immigrati e giovani coppie. E poi le energie da fonti rinnovabili, l’agricoltura, un diverso modello e una differente opportunità per l’assistenza agli anziani. L’Europa ci sta già pensando. L’Italia non lo so. La Puglia e la Capitanata sembrano non essere sfiorate nemmeno dal pensiero. Se alcuni piccoli centri hanno cominciato a cambiare il loro volto, le strade che conducono ad essi hanno sempre la stessa faccia. Quello del trasporto, delle vie di comunicazione e approvvigionamento, della raggiungibilità di questi comuni resta un problema irrisolto e ancor più propriamente “inesplorato”. Una risposta può arrivare dai progetti messi in cantiere dal Laboratorio di pianificazione strategica per realizzare “Foggia Capitale” dei servizi, delle connessioni fra territori, della promozione di una provincia grande quanto il mondo sconosciuto di Alice, dove immaginiamo desolazioni e brutture ignorando l’esistenza di autentiche meraviglie. E’ questa la scommessa che dobbiamo raccogliere. Il Bari-centrismo, la frustrazione dell’aeroporto, il malumore perenne dei dimenticati sono zavorre che impediscono di muoverci, di guardare a ciò che c’è già e non vediamo, di costruire ciò che potrebbe essere. E’ un po’ come accade con Zeman e Casillo, ancora l’unica via per tornare in serie “A” dopo quanti anni? “C’è un di più”, c’è molto di più.

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