Magazine Racconti
La casa dal grande cortile si trovava al centro del paese, alzando lo sguardo, con pochi salti, sembrava di poter arrivare al campanile della chiesa parrocchiale. Alta e imponente si affacciava su una strada lunga e stretta, tra un cortile e l'altro di mura antiche e silenziose. Allora le case erano ancora tutte di mattoni crudi, buie e fresche. Il solaio era di legno, il soffitto diviso da altrettanti muri, il luogo perfetto, con quel nonsoché di misterioso, per giocare a nascondino. Il grande cortile ricoperto di ciottoli di fiume aggirava con un dolce un abbraccio la casa, al centro l'enorme catasta di legno, a meno che non fosse pieno inverno, era sempre il punto d'inizio del gioco. Di spalle, il capo adagiato sul braccio poggiato ai legni ormai secchi: uno, due, tre... Ed era uno schizzare via di bambini che andavano a nascondersi negli angoli più impensati e bui della casa. Era talmente divertente che perfino lo zio, allora poco più che ventenne, ci giocava ogni volta che tornava a trovare la sorella e i nipoti. Arrivava carico di cioccolatini, asciugamani e birra tedesca ed era una festa. Erano risate, abbracci e giochi sfrenati, in quei giorni estivi, i bambini diventavano all'improvviso cinque: dieci gambe che sfrecciavano da una stanza all'altra, incuranti dei rimproveri poco convinti della mamma. La catasta della legna era anche il palco degli spettacoli, improvvisate rassegne canore sanremesi rallegravano l'aria, salvo che non fosse il pomeriggio assolato e rovente, quando tutta la strada dormiva e neppure una mosca era autorizzata a volare. In quelle ore di calma la grande cucina, dove il piccolo tavolo in formica sembrava essersi perso, ascoltava paziente l'interminabile elenco di fiori, frutta, cantanti, città... Lo chiamavano così i bambini, strappando le pagine bianche avanzate dai vecchi quaderni di scuola, recuperando, dal fondo delle cartelle impolverate, mozziconi di matite colorate. E attorno a quel tavolo cominciavano le interminabili discussioni sull'ennesimo nome sospettato d'inesistenza. Fino a che la mamma non si svegliava e l'allegro fuggi fuggi ricominciava, continuando fino a sera inoltrata.
Idee per il iniziare il nuovo anno scolastico Un piccolo testo, per cominciare a pensare ai primi giorni di scuola, una traccia per riordiare i pensieri, tra i banchi ripuliti di fresco dalla polvere estiva. Com'erano le vostre estati, come sono state quest'anno? Lasciamo fluire i pensieri dei bambini più grandi, penso alle classi terze, quarte e quinte, ricongiungendo le loro esperienze estive alle nostre. Ricominciare l'anno così, tenendo ancora aggrappata la mente al ricordo estivo ancora fresco e vivo, per entrare lentamente e con voluttà nelle cose nuove da imparare dell'anno appena iniziato. © Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.
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