Magazine Società

c’è una tipa nuova in città

Creato il 16 aprile 2015 da Plus1gmt

Se fantasticate ancora al ricordo alla storia della cameriera che a trent’anni suonati e con un figlio dodicenne fa armi e bagagli dal New Jersey e si trasferisce a Phoenix, Arizona, cambiando radicalmente vita, ma poi non comprendete la scelta della maestra di vostra figlia che dalla Basilicata si è spostata per lavoro nella peggiore delle periferie nord di Milano senza nemmeno il tempo di imparare la lingua, c’è qualcosa che non va. Il sogno americano in salsa di pomodoro e mozzarella non vi piace? Saranno forse le strade che non sono certo quelle del coast to coast ma si pagano a suon di soldoni in tangenziale per poi rimanere imbottigliati alla barriera, con la gente comune che non sa di essere ripresa per la sigla di un telefilm di successo e cerca di fottervi il posto in coda e si sa, di questi tempi è meglio lasciare correre i soprusi automobilistici, non si sa mai chi ci sia alla guida. Per dire, qualche settimana fa ho assistito a una rissa qui sotto tra due contendenti alla pole position del traffico locale e, avvertendo le sirene della Polizia in arrivo, uno dei più cattivi si è premurato di darsela a gambe portando con sé un cannone da non so quanti millimetri che gli teneva compagnia nel cruscotto. La gente non sta bene. Ma non saranno nemmeno i TIR da superare in colonna uno via l’altro, più concilianti rispetto ai truck americani per l’effigie di Padre Pio che ostentano sulle aperture posteriori del rimorchio ma, anche qui, è tutta una questione di punti di vista. Se siete rimasti impressionati dagli inseguimenti di Duel, una certa iconografia dell’aldilà montata su colossi stradali (potenziali armi di distruzione di massa) non è altrettanto rassicurante. O sarà lo specifico delle autostrade italiane che vietano l’autostop e che ci mettono al riparo dal Rutger Hauer di turno che rovina la giornata a noi o, al contrario, è la nostra pazienza che va in tilt e che rovina la giornata degli altri in una kermesse di ordinaria follia per gli ingorghi, il caldo, il divorzio, il lavoro che non c’è più, le cavallette. Ma, a parte gli inconvenienti del viaggio, a partire dalla Reggio Calabria – Salerno, cambiare vita così come si fa negli Stati Uniti è una pratica piuttosto diffusa dalle nostre parti da almeno 70 anni e si chiama emigrazione interna, forse il fatto di spostarsi orizzontalmente anziché da nord a sud ha tutto un altro fascino e impone ben altra tipologia di narrazione. Strapparsi dalle radici per un posto da insegnante, come il caso che vi ho sottoposto prima, dividere un appartamento in affitto con qualche collega e trascorrere il tempo a cercare occasioni di viaggio per pagare il meno possibile il rientro al paesello di origine nei giorni di festa ha una prospettiva piuttosto differente, e raccontare una storia così al cinema probabilmente non interessa a nessuno.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :