Avevamo 13 o 14 anni, andavamo alle medie, un periodo infame.
Ci mettevamo smalti improponibili, qualcuna di noi aveva la riga in mezzo e i ciuffi davanti tinti di giallo paglierino, qualcun'altra li voleva, ma la mamma non le aveva dato il permesso.
Scambiavamo foto delle spice girls, ascoltavamo le boyband, appartenevamo alla mandata di quelle che erano finite sui giornali per presenziare tutti i pomeriggi al cinema alla proiezione di Titanic.
Stilavamo le nostre personali classifiche:
1 - Alberto
2 - Nick (Carter n.d.r.)
3 - Federico
4 - Isaac (Hanson n.d.r.)
5 - Leonardo (Di Caprio n.d.r.)
e così via.
Anche io mi sono fatta prendere. Riempivo il diario di adesivi staccati dal cioè (la nostra adolescenza non sarebbe stata la stessa se non ci fosse stato cioè, forse sarebbe stata migliore).
E poi c'era una mia amica che non voleva sentire ragioni.
Mentre noi tra Nick, Isaac e Leonardo ci mettevamo anche un Alberto e un Federico qualunque, perchè tra il secondo banco e l'America in termini di fattibilità e non solo c'è un abisso, lei sentenziava secca, tutte le volte che veniva interrogata su chi le piaceva: "A me piace William. Solo William, lo voglio sposare".
William, classe 1981, nei suoi ruggenti 16 anni, era bello come il sole. I tratti delicati di mamma Diana sbocciavano sul suo viso come le rose a primavera.
Era un uomo fatto William, già a quei tempi, segnato dalla tragedia della perdita della madre, non poteva che farci tenerezza.
In più era un principe. E, si sa, tutte sognano di sposarsi un principe.
Ho sempre pensato che si sarebbe sposato con Charlotte di Monaco e che avremmo pianto, quando sarebbe successo. Mi sembrava una cosa così lontana.
William oggi ha 30 anni, i tratti di Mamma Diana sono solo un ricordo sul suo viso, hanno lasciato spazio alla calvizie di papà Carlo.
Kate, la futura sposa, è decisamente meglio di lui, in termini estetici dico.
Kate, una di noi, non avrà il pedigree della bella Charlotte, ma la trovo più simpatica, più umana. Più felice di quella principessa che sfilava in carrozza per le vie di Londra 31 anni fa.
L'ironia della sorte.
Non avrei mai pensato che sarei stata contenta per loro.
Chissà la mia amica. Sono anni che non la sento.
Quasi quasi la chiamo e le chiedo come sta.
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